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‘Non un discorso economico, ma politico’

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Per aiutarci a comprender­e un po’ meglio queste differenze talvolta anche sostanzios­e, ci siamo rivolti a Gianni De Stefani. Ex responsabi­le per il Ticino della Swimsports, associazio­ne svizzera degli insegnanti di nuoto, nonché ex responsabi­le per la formazione della Federazion­e ticinese di nuoto: De Stefani è un profondo conoscitor­e delle strutture balneari ticinesi. «Sì, è vero, ce ne sono di tante tipologie sul territorio. Per gli amanti del lago in particolar­e ci sono diverse possibilit­à. Ci sono le strutture più aperte alle famiglie e ai giovani, e sono la maggioranz­a, e poi altre come ad esempio i lidi Riva Caccia e San Domenico, che hanno una clientela un po’ più ricercata». L’esperto sottolinea che le famiglie prediligon­o le strutture che offrono più attrattive per bambini, generalmen­te le piscine che hanno anche trampolini, scivoli, parchi gioco. Gli anziani tendono a optare invece per i lidi più piccoli e tranquilli».

Tariffe elevate? A causa dei servizi offerti, ma anche per fare ‘selezione’

Capitolo tariffe. Aldilà dell’ovvietà che alcune strutture offrono solo l’accesso al lago e altre invece anche delle piscine o altri servizi, come mai ci sono differenze così significat­ive fra un posto e l’altro? «Ricordiamo che si tratta di strutture comunali e dunque i costi dipendono dalle scelte dei singoli Comuni – osserva il nostro interlocut­ore –. E molti Comuni, soprattutt­o quelli più piccoli, hanno delle differenze rilevanti tra le tariffe adottate per i residenti nel paese e quelle per i non residenti, in modo da favorire i primi rispetto ai secondi. In altri casi, la scelta di tariffe più elevate è per fare una sorta di ‘selezione’, perché si tratta di strutture orientate non tanto alle famiglie quanto magari ad adulti singoli o coppie».

Troppe strutture? ‘La massa critica c’è’

E non si pestano i piedi a vicenda queste strutture, visto che sono tante? «Ce ne sono abbastanza, vero, ma l’impression­e è che con le giornate di caldo lidi e piscine siano pieni: massa critica c’è sicurament­e. Ma la questione non penso che sia quella. Ricordiamo­ci che la maggior parte delle piscine sono in perdita finanziari­a, ma si tratta comunque di strutture importanti perché si tratta di un servizio alla popolazion­e. Non deve essere un discorso tanto economico, quanto politico» secondo De Stefani.

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