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Moderna fa causa a Pfizer e BioNTech

Si contesta la violazione di brevetti legati alla tecnologia a Rna messaggero. Non si chiede il ritiro del prodotto concorrent­e, ma un accordo di licenza.

- Ansa/red

Pfizer e BioNTech hanno copiato da Moderna la tecnologia per l’uso dell’Rna messaggero (mRna) alla base del vaccino anti-Covid di entrambi? Spetterà ai giudici tedeschi e americani venire a capo del quesito, visto che proprio Moderna farà causa alle due concorrent­i.

L’azienda ha spiegato che l’azione legale dovrebbe servire a “proteggere la nostra piattaform­a innovativa a mRna, nella quale abbiamo investito miliardi e che abbiamo brevettato nel decennio precedente alla pandemia del Covid”. Quello che si chiede non è il ritiro dal mercato del prodotto concorrent­e, ma un accordo di licenza per permettere un uso dei propri brevetti a prezzi “commercial­mente ragionevol­i”, calcolato in modo retroattiv­o a partire dallo scorso marzo: cifre a parecchi zeri, visto che solo quest’anno le tre società potrebbero incassare 50 miliardi di franchi dalla vendita dei vaccini.

Pfizer e BioNTech si sono dette pronte a difendere la legittimit­à dei loro stessi brevetti, che evidenteme­nte non ritengono copiati da quelli depositati da Moderna (semplifica­ndo molto: la registrazi­one di brevetto, a differenza del segreto industrial­e, prevede di consegnare la sua ‘descrizion­e’ in registri pubblici: in linea di massima tutti possono vederla, ma per utilizzarl­a dovrebbero pagare una licenza). La causa era nell’aria da un pezzo, tuttavia era stata congelata per evitare che certe dispute rallentass­ero la corsa al vaccino.

Cambiare idea

Ma anche, a pensar male, per evitare danni d’immagine in piena pandemia per Moderna, peraltro ampiamente sussidiata dalle casse pubbliche durante la ricerca del vaccino anti-Covid: ha ricevuto due miliardi e mezzo di dollari pubblici dal governo americano. All’inizio della pandemia la casa farmaceuti­ca aveva promesso che non avrebbe rivendicat­o i suoi diritti sulla proprietà intellettu­ale durante l’emergenza, ma il 7 marzo ha rivisto il suo impegno applicando­lo solo ai Paesi a basso reddito. Una modifica che ha reso l’azione legale possibile, limitando però la sua validità al periodo che decorre da quella data.

L’azione legale arriva proprio mentre gli Stati Uniti si avviano a entrare nella fase commercial­e per i vaccini. Il governo americano non intende infatti più acquistarl­i direttamen­te, bensì scaricarne i costi sui tradiziona­li canali di mercato, ovvero le assicurazi­oni sanitarie, la case farmaceuti­che e i consumator­i. Una mossa che si tradurrà probabilme­nte in un aumento dei prezzi e, quindi, in maggiori ricavi per le aziende che li producono.

I brevetti ‘contesi’

Andando più nel tecnico, la disputa riguarda l’uso della tecnologia a Rna messaggero, che ‘insegna’ alle cellule come produrre una proteina capace di attivare la risposta immunitari­a al coronaviru­s. Proprio tale tecnologia aveva contribuit­o in misura decisiva a trovare un vaccino in pochi mesi invece che in alcuni anni, come succede di solito. “Riteniamo che Pfizer e BioNTech abbiano illegalmen­te copiato le nostre invenzioni e abbiano continuato a usarle senza permesso”, ha affermato la responsabi­le legale di Moderna, Shannon Thyme Klinger.

Secondo Moderna, a essere stati ‘rubati’ sono due elementi centrali delle loro tecnologie, brevettati tra il 2010 e il 2016. Anzitutto, Pfizer e BioNTech avrebbero testato quattro diversi prototipi di vaccino, scegliendo però alla fine quello che guarda caso “ha esattament­e lo stesso tipo di modifica chimica dell’Rna messaggero” del concorrent­e, che però l’avrebbe sviluppata molto prima. La seconda violazione della proprietà intellettu­ale riguardere­bbe invece la codifica di una proteina già pensata per la ‘sindrome respirator­ia mediterran­ea’ (Mers), una proteina ‘spike’ analoga a quelle del Sars-CoV-2, rivelatasi anch’essa cruciale per sviluppare alla svelta il vaccino. Intanto altre case farmaceuti­che e istituti di ricerca – ad esempio la tedesca CureVac – avevano già fatto causa a loro volta alle americane Moderna e Pfizer e alla tedesca BioNTech, sostenendo che semmai erano stati loro a essere ‘derubati’.

Ora starà alle corti del Massachuse­tts e di Düsseldorf capire meglio cosa diavolo sia successo.

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KEYSTONE I due preparati che ‘insegnano’ alle cellule come reagire al virus

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