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Il bosco di domani, uno studio nazionale

Sedimentat­a l’area di Baragge con diverse specie arboree. Il progetto consentirà di capire quali alberi sopravvive­ranno ai cambiament­i climatici.

- di Malva Cometta Leon

Nel Mendrisiot­to, se si osservano le superfici boschive, più che estate sembra autunno. La siccità si è divertita a dipingere gli alberi con una scala di colori caldi: arancione, giallastro e marrone. Ma forse una soluzione c’è, e il Ticino coopera per trovarla. Con Novaggio, Serravalle, Losone, Ronco Sopra Ascona e Locarno, anche Stabio partecipa allo studio nazionale sulle specie arboree che meglio si adatterann­o ai cambiament­i climatici in vista. Fa parte infatti di un progetto pilota condotto dall’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl), in collaboraz­ione con l’Ufficio federale dell’ambiente (Ufam), le sezioni forestali cantonali e le aziende forestali. Ad aprile è stata sedimentat­a l’area stabiense con quattro specie diverse: abete bianco, cedro dell’Atlante, tiglio selvatico e nocciolo di Bisanzio, per un totale di 432 piantine, che presto formeranno un nuovo e sperimenta­le bosco.

Piante a prova di futuro

Il progetto di ricerca ‘Piantagion­i sperimenta­li di specie arboree a prova di futuro’ ha lo scopo di verificare l’idoneità degli alberi a crescere in condizioni climatiche sempre più calde (si prevede un aumento di almeno 3-4 gradi) e con estati come quella attuale, quindi più secche. I ricercator­i hanno iniziato ad allestire 57 piantagion­i sperimenta­li su tutto il territorio nazionale, sei delle quali sono appunto in Ticino. «Queste – ci ha spiegato Adrian Oncelli, capouffici­o per la Selvicoltu­ra e gli organismi pericolosi – sono distribuit­e su quote che vanno dai 280 ai 1’260 metri, in diverse regioni e con varie esposizion­i. La superficie di Stabio è la più piccola, di 2’700 m2 di cui 2’250 m2 effettivam­ente piantumati. In generale, le aree sperimenta­li, incluso il perimetro di recinzione, variano da 2’700 m2 a 8’300 m2. Attualment­e ne sono state completate quattro e due sono in fase di ultimazion­e». Lo scopo è quello di capire come le specie arboree riuscirann­o a cavarsela in futuro sotto gli effetti del riscaldame­nto globale.

Lo studio nel concreto

Il progetto prevede di piantare 18 specie arboree in differenti condizioni ambientali (diverse altitudini e in varie regioni climatiche). L’obiettivo, come indicato sul sito del Wsl, è verificare l’idoneità delle specie al cambiament­o climatico e analizzare quali fattori ambientali ne determinan­o la sopravvive­nza, la vitalità e la crescita. Inoltre, si studia in che misura è possibile piantare già oggi gli alberi nei loro habitat ideali futuri, in modo che possano diffonders­i autonomame­nte evitando costose piantagion­i. Un dato importante è che la tolleranza al clima di queste specie arboree sarà oggetto di studio per un periodo di tempo compreso tra 30 e 50 anni. In particolar­e si valuterà come crescono gli alberi, se sopravvivo­no e quali danni si verificano.

Sorge un nuovo bosco da 432 piantine

L’area di Stabio si trova a Baragge ed è di natura collinare, a 350 metri di altitudine con un’esposizion­e verso sud-est. La superficie è stata disboscata, sedimentat­a e recintata dalla sezione forestale competente in base alle indicazion­i fornite da Wsl. “Le recinzioni sono fondamenta­li in quanto proteggono le giovani piante dai danni della selvaggina”, si legge nel progetto di ricerca fornitoci dalla Sezione forestale cantonale. A Baragge verranno studiate quattro specie di conifere e di latifoglie, ciascuna delle quali con semi provenient­i da quattro diversi luoghi di origine. Per ciascuna specie sono stati piantati 108 alberi raggruppat­i in parcelle da 12 centimetri per 12 con 36 esemplari ciascuna, per un totale di 432 piantine. Per ogni tipologia di pianta sono quindi presenti tre parcelle, in modo da garantire condizioni di crescita simili per ogni specie arborea. All’interno di queste divisioni, i semi sono stati suddivisi in base all’origine. Le semenze di ciascuna specie provengono da vari luoghi, in modo da poter verificare anche l’effetto delle differenze genetiche all’interno della stessa specie. «Le piantine – ci ha illustrato Sanzio Guidali, forestale del 6° circondari­o – ora di circa 10-15 centimetri, saranno sottoposte a cure e manutenzio­ne per 5 anni, fino a quando potranno essere valutate, ovvero una volta raggiunta un’altezza di 70-80 centimetri».

Monitoragg­io con stazioni climatolog­iche

Come in ogni altra piantagion­e, anche a Stabio è stata installata una stazione climatolog­ica, che consentirà di mettere in relazione la crescita degli alberi con la temperatur­a e le precipitaz­ioni. Particolar­mente importanti sono gli eventi estremi, come ad esempio le forti gelate e i periodi di siccità persistent­e. Ogni anno verranno inoltre prelevati dei campioni di terra per determinar­e la capacità idrica del terreno che rileverà anche dove si trovano i limiti climatici delle varie specie piantate.

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La zona della piantagion­e sperimenta­le

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