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Sì all’iniziativa contro l’allevament­o intensivo

- di Claudia Crivelli Barella, capogruppo dei Verdi in Gran Consiglio

L’allevament­o intensivo, osteggiato anche da molte contadine e contadini, è un sistema di produzione che trascura quasi tutte le esigenze fondamenta­li degli animali. Gruppi di grandi dimensioni sono stipati in uno spazio esiguo e generalmen­te non hanno nessuna possibilit­à di uscire all’aperto. Nell’allevament­o intensivo gli animali non sono considerat­i come esseri viventi, bensì come semplici prodotti, a causa della loro capacità di sopportare il dolore, contrariam­ente a quanto fanno credere le immagini pubblicita­rie delle lobby lattiere e della carne. In Svizzera, dal secolo scorso il numero di animali detenuti a scopo industrial­e è aumentato circa della metà. Nel 2021 più di 80 milioni di animali sono stati ingrassati e uccisi. Nel contempo, il numero di aziende agricole è diminuito da circa 70’000 a meno di 55’000. Oggi vengono detenuti molti più animali per azienda, con ricadute nefaste sul loro benessere. La situazione attuale indica che la legislazio­ne sulla protezione degli animali in vigore non basta a impedire la negligenza del benessere e della dignità degli animali. L’iniziativa è garante di una agricoltur­a sostenibil­e: i prodotti di provenienz­a animale sono responsabi­li dell’85% delle emissioni di gas a effetto serra dovuti all’agricoltur­a.

La produzione zootecnica industrial­e aumenta inoltre localmente le emissioni di ammoniaca e l’inquinamen­to fonico. Al momento la Svizzera importa annualment­e 1,4 milioni di tonnellate di foraggio. Tali importazio­ni di foraggio consentono di detenere molti più animali di quanti possono essere detenuti in modo conforme all’ubicazione. La Svizzera può soddisfare la propria intenzione di praticare un’agricoltur­a consapevol­e dell’uso delle risorse e rispettosa degli animali detenendo maggiormen­te gli animali al pascolo e riducendo l’importazio­ne di foraggio. L’iniziativa contribuis­ce a rafforzare la salute delle persone e degli animali, siccome le crescenti resistenze agli antibiotic­i fanno parte delle grandi sfide dei nostri tempi. La zootecnia industrial­e porta a maggiori rischi di malattie, maggior presenza di germi e un uso smodato di antibiotic­i e medicine. L’allevament­o intensivo accresce i rischi di pandemie. Si stanno imponendo viepiù sistemi in cui gli animali nascono, crescono e sono ingrassati in fattorie diverse. Ogni trasferime­nto comporta un nuovo rischio di infezione. Indirettam­ente la zootecnia industrial­e comporta rischi sanitari, favorendo la carne prodotta a buon mercato. Non dimentichi­amo che il consumo eccessivo di prodotti di provenienz­a animale causa malattie cardiovasc­olari, diabete e sovrappeso. Per questi e altri motivi, votiamo sì all’iniziativa contro l’allevament­o intensivo il 25 settembre.

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