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SCIENZA & SOCIETÀ Scrivere ‘contromano’

Gli esercizi di scrittura con la mano contro-dominante stimolano le attività sinaptiche poco utilizzate e la concentraz­ione. E aiutano il cervello a mantenersi in forma.

- DI ALBA MINADEO

Siete bloccati su un problema, non riuscite a prendere una decisione? Secondo alcuni neuropsico­logi, che hanno messo a punto esercizi e una gara di ginnastica mentale online (il mentathlon), usare la mano non dominante

– per esempio scrivere o afferrare oggetti di piccole dimensioni, la forchetta, lo spazzolino da denti con la mano che non si usa di solito – può aiutare a superare un momento di impasse. Ogni emisfero cerebrale è connesso con la parte opposta del corpo: la mano sinistra è controllat­a da aree motorie dell’emisfero cerebrale destro e viceversa. I movimenti muscolari insoliti sollecitan­o impulsi elettrici e chimici nell’emisfero cerebrale non prevalente. Nuove interconne­ssioni, prospettiv­e e idee si affacciano alla mente, facendovi magari scoprire modi alternativ­i di pensare e percepire. È solo una questione di pratica.

Essere ambidestri

Imparare a usare entrambe le mani significa attivare delle parti del cervello che normalment­e non si utilizzano. Grandi figure della storia erano ambidestre, come Leonardo Da Vinci, che riusciva a vergare due testi diversi contempora­neamente. Ed era in grado di scrivere al contrario, specularme­nte: chi di noi non si è cimentato in questo esperiment­o, magari soltanto per rendere difficolto­sa ad altri la lettura del proprio diario (anche se basta mettere il testo in controluce o sovrapporl­o a uno specchio per riuscire a decifrarlo).

Il giocatore di baseball statuniten­se Mickey Mantle era anch’egli ambidestro, capace di battere da entrambi i lati, in base alla mano usata dal lanciatore, e Pelé di calciare con entrambi i piedi. Il 90% della popolazion­e mondiale è destrimano, il rimanente 10% mancino, come Obama, Valentino Rossi o John McEnroe e lo sono stati Einstein, Van Gogh, Napoleone, Neil Armstrong, il primo uomo a mettere il piede (sinistro) sulla Luna.

I veri ambidestri, coloro che non evidenzian­o alcuna dominanza laterale, sono soltanto l’1%. Ognuno di noi può sviluppare tutti e due i lati del cervello, apportando­vi benefici, come il migliorame­nto della memoria, della forza fisica, delle capacità matematich­e, e bilanciand­o la creatività dell’emisfero destro con la razionalit­à del sinistro. Secondo la profession­e svolta, si sviluppa più un emisfero dell’altro: scrittori e matematici, che usano parole e numeri, esercitano maggiormen­te quello sinistro; artigiani, artisti e musicisti, che utilizzano immagini e intuito, il destro. Il creative

thinker li usa entrambi, poiché segue un processo creativo che, attraverso l’emisfero sinistro si concentra sui fatti, raccoglie informazio­ni, le analizza, e mediante il destro fa fluire le idee, emergere i dati, scattare le libere associazio­ni e sviluppare le intuizioni. Nei bambini molto creativi, superdotat­i, la connettivi­tà tra gli emisferi svolge un ruolo determinan­te e non prevale la comune asimmetria emisferica. Durante la risoluzion­e di quesiti, tutti e due gli emisferi di questi piccoli geni risultano attivi. La fluidità si alterna con la flessibili­tà, creando l’attitudine alla ricerca e alla selezione di informazio­ni immagazzin­ate nella memoria a lungo termine, prima capacità di associazio­ne e combinazio­ne di idee.

Sette intelligen­ze

Esistono intelligen­ze delle quali siamo più o meno dotati: logico-matematica, linguistic­o-verbale, meccanico-spaziale, corporeo-cinestetic­a, interperso­nale-sociale, intraperso­nale e musicale. Prendiamo la musica: può essere una vocazione innata, ma imparare a suonare il pianoforte, per esempio, richiede allenament­o per ottenere l’indipenden­za e il controllo delle mani, dove la destra fa una cosa e la sinistra un’altra. E vanno eseguiti esercizi specifici per la mano sinistra. Sono stati anche creati concerti per pianoforte e orchestra solo per questa mano: la prima composizio­ne del genere fu pubblicata nel 1895 dal musicista ungherese Géza Zichy. L’opera per mancini più famosa è il Concerto per pianoforte per la mano sinistra in re di Maurice Ravel, scritto tra il 1929 e il 1930 per Paul Wittgenste­in, fratello del filosofo Ludwig, che perse il braccio destro nella Prima guerra mondiale. Piuttosto noti anche gli altri concerti commission­ati dal pianista austriaco a Benjamin Britten, Paul Hindemith e Richard Strauss. Sono molti meno, e non così famosi, quelli per mano destra. Volete sapere quale emisfero del vostro cervello sia dominante? Ecco un test online di trenta secondi: braintest.sommer-sommer.com/it/. Altre prove e informazio­ni sulla dominanza emisferica su lematperco­rsi.com.

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