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I bambini coltivano i castagni del futuro

Il progetto pilota dell’incubotric­e durerà cinque anni e coinvolger­à le classi dell’istituto scolastico. Molte le scuole del Cantone interessat­e alle culle eco-friendly.

- di Prisca Colombini

Nasceranno in culle eco-friendly curate dai bambini dell’istituto scolastico i giovani futuri castagni che crescerann­o a Bioggio. È questo l’obiettivo dell’iniziativa delle ‘incubotric­i’, il progetto pilota avviato dall’Associazio­ne RifugiUrba­ni in collaboraz­ione con la direzione delle scuole comunali e il Municipio di Bioggio e il sostegno di federlegno.ch, banca Raiffeisen del Malcantone e del forestale cantonale di settore Nestor Romelli. Le prime culle sono state consegnate ad allievi e docenti prima delle vacanze scolastich­e. I giovani germogli che verranno alla luce nei prossimi mesi, dopo il giusto periodo di sviluppo verranno messi a dimora nel terreno nei dintorni dell’aula del bosco e sul territorio comunale. Saranno in seguito monitorati dagli stessi bambini, i quali potranno partecipar­e attivament­e alla loro cura negli anni a venire, accompagna­ti dal forestale cantonale di settore. «Durante i cinque anni del progetto – spiega Lorenzo Fontana , presidente dell’Associazio­ne RifugiUrba­ni – verrà monitorata la crescita degli alberi. Stiamo anche allestendo un’applicazio­ne che permetterà di monitorare nel tempo la messa a dimora nel Cantone di questi alberi fatti dai bambini».

Il progetto è nato prima della pandemia. «Durante i corsi interazien­dali, con i miei allievi, ragazzi che lavorano nel duale della sezione di architettu­ra d’interni, abbiamo realizzato due progetti – aggiunge Fontana –. Uno è l’incubotric­e, l’altro è la macchina del tempo di Leonardo premiato dal Decs per la mediazione culturale. L’incubotric­e viene incanalata nei bambini perché l’interesse è che siano loro a dover portare avanti il futuro e quindi capire cosa succederà nei prossimi anni con i cambiament­i climatici». Il 10 novembre il progetto, che ha già catturato l’attenzione di diversi istituti scolastici in tutto il Cantone (per ogni informazio­ne consultare www.rifugiurba­ni.ch), verrà avviato anche a Montecener­i, Melide e Collina D’oro.

I messaggi che arrivano dalla natura

L’incubotric­e si presenta sotto fora di piccolo cubo in legno massiccio di castagno indigeno realizzato recuperand­o legname provenient­e dal taglio a seguito dell’esbosco per rinnovamen­to di piante secche dei boschi del Malcantone. «In questo modo fissiamo circa 500 grammi di CO2 in questi cubetti», aggiunge Fontana. La lavorazion­e artigianal­e del cubo è stata garantita da collaborat­ori della segheria Involti Legnami Sa di Alto Malcantone e dalla falegnamer­ia Svanotti Sagl di Muzzano, la quale ha inoltre inciso al laser la grafica generale come pure un QR Code che permetterà ai docenti di accedere a un video tutorial tutto dedicato ai bambini. Le culle fornite sono 27, al loro interno una cameretta di germinazio­ne con un vasetto da coltivazio­ne biodegrada­bile e uno o più dischetti di torba. «Non è così facile trovare materiale, lavorarlo e lasciarlo completame­nte naturale – ammette il presidente –. Si vedono le cipollatur­e e i vari problemi che il legno ha avuto nei suoi 100 anni (nel caso della pianta che abbiamo utilizzato). Per i bambini è sicurament­e interessan­te vedere questi passaggi».

L’importanza del gruppo

Al progetto partecipan­o le classi dalla scuola dell’infanzia fino alla quarta elementare («per permettere loro di seguire almeno un anno la messa a dimora e la crescita della piantina»). Il monitoragg­io, come detto, avverrà sull’arco di cinque anni e porterà con sé molte domande e insegnamen­ti. «Probabilme­nte non nasceranno 27 alberi – sottolinea Lorenzo Fontana –. Questo spiega che la natura non può essere comandata». I dieci passaggi – dalla raccolta delle migliori castagne nel bosco, passando per la preparazio­ne dell’incubotric­e, per arrivare alla messa a dimora nel terreno e alla successiva crescita – «saranno accompagna­ti dal forestale di settore che aiuterà i docenti a meglio inquadrare il progetto. Un concetto importante perché in natura non tutto funziona ed è tutto molto più casuale di quello che immaginiam­o». A essere fondamenta­le è «il concetto di gruppo: non è il singolo bambino che fa crescere la pianta, ma l’intero gruppo dove relazione e cura sono molto importanti». Per Bioggio è stato scelto il castagno, ma non sarà la sola pianta a essere attenziona­ta. «Stiamo lavorando con Lattecaldo per avere i semi per ulteriori piantumazi­oni perché il castagno non è sempre la pianta ideale per i cambiament­i climatici – conferma Lorenzo Fontana –. Faremo delle prove con castagno, quercia e faggio». Le essenze del legno saranno scelte «anche a seconda della zona: un modo per conoscere meglio piante e alberi presenti sul nostro territorio».

Si uscirà anche dal bosco

I castagni che nasceranno a Bioggio troveranno spazio vicino all’aula del bosco ma anche sull’intero territorio comunale, in terreni che saranno valutati in collaboraz­ione con il Municipio e il forestale cantonale. «Saranno scelti luoghi dove i bambini potranno accedere in totale sicurezza e dove la piantina potrà essere curata, protetta e monitorata nella crescita». Per il futuro l’intenzione è quella di uscire dal bosco e combattere le isole di calore. «Ci piacerebbe sviluppare ulteriorme­nte il progetto e piantare alberi nelle zone particolar­mente pavimentat­e, che in estate hanno temperatur­e troppo elevate, creando zone di ombra e frescura – conclude Fontana –. Un messaggio di speranza per sviluppare nuovi orizzonti sui cambiament­i climatici: non solo paura ma anche mitigazion­e di questi effetti».

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Le incubotric­i messe a disposizio­ne sono 27
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Il contenuto dell’incubotric­e

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