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La fabbrica delle menzogne

La surreale storia di un’enorme campagna di false pubblicità ‘woke’ ispirata da Trump. In attesa dei risultati, torna la bufala dei brogli.

- di Roberto Scarcella da Washington

La fabbrica delle menzogne ha un nome menzognero, tanto per mettere in chiaro le cose, o per confonderl­e, a seconda del grado di attenzione e ingenuità. Si chiama Citizens for Sanity e ha inondato di pubblicità false e tendenzios­e tutta la campagna elettorale americana: i suoi spot e i suoi cartelloni sono pieni di messaggi ambigui, bugie un tanto al chilo e – giusto ammetterlo – anche di una beffarda, feroce satira contro l’ideologia “woke”, ovvero tutto quel mondo attento al sociale e all’equità, la cui monomania talvolta lo fa andare fuori giri. Un esempio su tutti, il cartello firmato Citizens for Sanity con la scritta: “Proteggete gli uomini incinti dalla discrimina­zione climatica”. O ancora: “Se non ti piace essere rapinato, il problema sei tu”.

Ma c’è poco da ridere, perché questa aggressiva campagna è stata studiata apposta per intorbidar­e le acque di un dibattito già insozzato di suo. Hanno soldi, tanti, e trovano sponde anche dove un minimo di decenza dovrebbe suggerire il contrario, come nel caso della Mlb, la potente lega di baseball americana, che – in cambio di cifre da capogiro – ha permesso a Citizens for Sanity di mandare in onda i propri spot durante i playoff del campionato, tra gli eventi più seguiti nel Paese. I contenuti si possono immaginare, anzi no. Uno degli spot inizia con la scritta “i politici di sinistra hanno un’agenda sessuale da far seguire ai nostri figli: spettacoli di drag queen per i bambini, pornografi­a a scuola, maschi che possono legalmente entrare nei bagni delle donne in ristoranti, uffici e teatri”. Il tono di voce è tra lo scandalizz­ato e il complottar­o, le immagini sono fuori contesto e per di più mostrate in un momento in cui milioni di persone pensano più alla partita, creando quello squarcio di attenta disattenzi­one alla pubblicità che ti si appiccica a livello subliminal­e.

Tutto, insomma, è studiato nei minimi dettagli: è grossolano, pacchiano, ridondante, troppo in là per essere vero, certo, ma lo è volutament­e. Con echi perfino cinematogr­afici: nel film ‘Tre manifesti a Ebbing (Missouri)’, premiato con due Oscar, una donna affitta tre spazi pubblicita­ri per chiedere conto della morte della figlia dinnanzi a una giustizia pigra e menefreghi­sta. Sulla pagina web di Citizens for Sanity fa capolino un manifesto a Epping, New Hampshire, in cui si chiede conto a un politico del suo voto: “Grazie senatore Hassan per aver votato per i confini aperti. I cartelli della droga hanno bisogno di tutto l’aiuto possibile”.

Ce n’è per tutti

Per ogni target di potenziali elettori, insomma, c’è un video ad hoc. Uno, in spagnolo, destinato ai messicani e alle altre comunità latinoamer­icane, individua il problema nei migranti pakistani. Uno spot con immagini simili, in inglese, attacca i messicani, rei di attraversa­re il confine, superare il muro che divide i due Paesi, aumentando il traffico di droga, la prostituzi­one e la vendita di minori. Viene citato anche un caso di un migrante che nel 2020 ha violentato un bambino di tre anni. La domanda posta alla fine è “volete che i Democratic­i continuino a permettere tutto questo?”, eppure – per quel che conta, tanto, quando si tratta di propaganda – al potere all’epoca non c’erano i Democratic­i, ma Donald Trump. Ma si sa, una bugia ripetuta all’infinito può diventare verità.

Queste bugie hanno un prezzo (circa 40 milioni di dollari), ma chi le paga, nello specifico, non è chiaro. Citizens for Sanity è un cosiddetto “dark money group”, un pozzo senza fondo di contributi privati anonimi da cui attingere per perorare la propria causa. Non siamo nati ieri, le lobby esistono da sempre e hanno un ruolo prepondera­nte nell’assegnare poltrone, da quelle locali a quelle più ambite del Congresso, e denigrare l’avversario in America è un classico (chi non ricorda, restando fuori dalla politica, i colpi bassi tra Pepsi e CocaCola?). Ma qui siamo alla bugia sfrontata e legalizzat­a, il cui finanziato­re resta nell’ombra. Non il committent­e però, che è – nemmeno a dirlo – Donald Trump.

A fugare ogni dubbio è la presenza, nel Consiglio esecutivo di Citizens for Sanity, di Stephen Miller, l’uomo dietro alla decisione della Casa Bianca di Trump di separare i piccoli migranti messicani in arrivo dai loro genitori, e anche l’uomo dietro al “Muslim Ban”, il decreto che portò al divieto d’ingresso negli Stati Uniti per i cittadini di alcuni Paesi musulmani considerat­i nemici, come Somalia, Siria, Sudan e Iraq. Miller è anche fondatore e presidente di America First Legal (Afl), “la risposta – parole sue – tanto attesa dalla destra all’Aclu”. L’Aclu è la storica, ormai centenaria, Unione americana per le libertà civili, impegnata in campagne antirazzis­te e sociali di ogni genere, il cui ultimo slogan è “il dissenso è patriottic­o”.

Divide et impera

L’Afl, al contrario, fomenta odio, ha fatto causa a Biden per la riapertura sui migranti e ha speso 4 milioni di dollari in Georgia, Ohio e Pennsylvan­ia per una pubblicità in cui l’attuale presidente viene accusato di “esperiment­i gender sui bambini americani”. Ovviamente nei posti che contano dell’Afl siedono persone coinvolte in Citizens for Sanity, come John Zadrozny, o Gene Hamilton, che qui è vicepresid­ente e là è tesoriere: è stato lui a dare qualche settimana fa il via libera ai 3,2 milioni di dollari per sostenere l’ultraconse­rvatore Don Bolduc, in corsa per un seggio in Senato nel New Hampshire: una cifra più alta di quella spesa da Bolduc in tutta la campagna.

Il consulente strategico di Citizens for Sanity è invece Ian Prior, portavoce di Jeff Sessions, primo senatore a esprimere sostegno a Trump nel 2016 e poi premiato dal tycoon con un posto da procurator­e generale. Non sorprender­à che Prior sia stato ospite del podcast di Steve Bannon – l’ideologo della prima campagna elettorale di Trump – dicendo cose come: “Stanno giocando a far diventare i nostri bambini bambine e viceversa”. Bannon lo ha elogiato dicendo che è difficile staccare gli occhi dai video di Citizens for Sanity, e ha ragione Bannon. Perché viene da stare lì a guardare fin dove arrivano, anche se l’impression­e è che siano già arrivati dove volevano, nelle case dei più disperati, dei più indecisi, dei meno acculturat­i, di chi si sente all’ultimo gradino della piramide e teme che qualcuno lo spinga ancora più in basso. Prior e i suoi giocano con la paura e lo fanno senza temere di sconfinare nel ridicolo. Sul loro sito hanno caricato ogni messaggio piazzato nelle strade d’America: un bestiario che incarna bene lo spirito della campagna dell’ultradestr­a anti-abortista, pistolera, razzista e xenofoba, con contorsion­ismi vari, ad esempio nel video in cui si cerca il consenso tra gli asiatici mostrando immagini di assalti da parte di afroameric­ani, una compilatio­n dell’orrore per dire “state con noi”, non con Biden e la “cricca” di Black Lives Matter. Insomma: dividere, dividere, dividere. E poi imperare, se la strategia funziona, presidiand­o il Congresso in vista delle elezioni presidenzi­ali del 2024.

Stasera il verdetto

Intanto, nel giorno delle urne (oggi in serata i risultati, coi sondaggi che prevedono una vittoria repubblica­na), Trump e i suoi hanno cominciato a lamentarsi di possibili brogli, in particolar­e del voto per posta che si è concluso domenica (ma il cui spoglio sarà contestual­e agli altri). La candidata governatri­ce repubblica­na in Arizona, Kari Lake, grande sostenitri­ce della teoria del complotto anti-Trump nel 2020, ha detto apertament­e che teme brogli. Tuttavia, secondo il ‘Washington Post’, le irregolari­tà nel voto per posta sono state infinitesi­mali nelle passate elezioni, nell’ordine di centinaia in tutto il Paese, vale a dire lo 0,0025 per cento.

E mentre, almeno a Washington, gli americani votano, io non riesco a staccare gli occhi dai messaggi di Citizens for Sanity: “Biologia è bigottismo. Nessuno è nato donna”; “Aprite i confini, le prigioni, i bagni. Chiudete le scuole. Votate progressis­ta”; “Non permettete che la destra radicale metta in galera le nostre gang di quartiere. Votate Biden”; “Stai mostrando la tua fragilità bianca, basta lamentarsi dell’aumento degli omicidi”.

Slogan ossessivi che la testa magari non te la cambiano, ma che in testa entrano: quanto in profondità siano entrati in quelle degli americani lo sapremo tra poche ore.

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Proteggiam­o gli uomini incinti dalla discrimina­zione climatica.

Madre Natura è RAZZISTA. Stop al razzismo ambientale ORA.

Con l’età giunge la saggezza. Joe Biden è grande abbastanza da sapere che anche gli uomini possono rimanere incinti.

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INFOGRAFIC­A LAREGIONE/FOTO CITIZENS FOR SANITY Messaggi disseminat­i in tutta l’America
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KEYSTONE Ci sono seggi perfino nellelavan­derie
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KEYSTONE ‘Ho votato!’

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