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Timidi tentativi di diplomazia

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Mosca/Kiev – La Russia “non pone condizioni preliminar­i” all’apertura di trattative con l’Ucraina, alla quale chiede un atto di “buona volontà”. Kiev risponde che non è disposta a transigere sul rispetto della sua “integrità territoria­le”, e quindi sul ritiro delle forze nemiche. Solo il tempo chiarirà se si tratti di un dialogo tra sordi o di mosse pretattich­e, ma quel che è certo, perché entrambe le parti lo confermano, è che Washington e Mosca si parlano, almeno per scongiurar­e incidenti nucleari.

Per quanto riguarda la situazione sul terreno, il banco di prova per un eventuale dialogo sarà la regione meridional­e di Kherson, che potrebbe diventare teatro di una battaglia sanguinosa se gli ucraini deciderann­o di attaccare e se i 30mila soldati russi presenti saranno chiamati a resistere.

Nei prossimi giorni ci sarà “una soluzione degli eventi”, ha detto Kirill Stremousov, vicecapo dell’amministra­zione filorussa. Ma al momento non sembra esserci molto spazio per l’ottimismo. Gli ucraini affermano che le truppe di Mosca hanno rafforzato le loro linee difensive con combattent­i ceceni e accusano i russi di indossare abiti civili per prepararsi a sparare sui soldati di Kiev facendo credere di essere residenti della città. Da parte loro i russi affermano che ieri missili ucraini sono stati lanciati sul villaggio di Kamyshany, alla periferia di Kherson, e che un limitato tentativo di avanzata delle forze di Kiev è stato respinto. Il viceminist­ro degli Esteri Andrey Rudenko ha assicurato che Mosca è pronta a negoziati “senza condizioni preliminar­i”. Una proposta alla quale rispondono compatti i dirigenti ucraini, con in testa il presidente Volodymyr Zelensky, che chiedono il ripristino dell’integrità territoria­le del Paese, la punizione di “ogni criminale di guerra” e “garanzie che tutto questo non si ripeterà”. Ma Russia e Usa fanno sapere che tra di loro i contatti continuano.

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