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Non è un cantone per inquilini ma da 50 anni l’Asi è con loro

Festeggia oggi l’associazio­ne che ne difende gli interessi

- di Cristina Pinho

Oggi come cinquant’anni fa, i principali problemi che affliggono gli inquilini formano un poker amaro: mancanza di alloggi a pigione moderata, aumento degli affitti, sfratti di massa per ristruttur­azioni e spese accessorie. Sono i motivi che hanno dato origine nel 1972 all’Associazio­ne Svizzera inquilini - Sezione della Svizzera italiana (Asi-Ssi) nonché «quelli che ancora adesso ci occupano nella maggior parte dei casi», consideraA­driano Venuti, presidente del sodalizio che ha lo scopo di tutelare gli interessi degli inquilini, promuovere la politica dell’alloggio e dare ai soci le informazio­ni e l’assistenza nelle vertenze che li oppongono ai locatori. Asi-Ssi che questa sera terrà un evento pubblico per il festeggiam­ento del mezzo secolo di vita, alle 19, presso la Casa del Popolo a Bellinzona. Un lungo percorso che ne ha confermato sempre più il ruolo di rappresent­anza degli inquilini «in ogni ambito – osserva Venuti –, sia politico che istituzion­ale, come negli uffici di conciliazi­one». Autorevole­zza attestata anche dall’aumento degli associati: «Nel ’72 erano 2’000. Nel 2001, quando Bill Arigoni è diventato presidente, erano 7’350 – ripercorre Venuti –. Ora ci aggiriamo sui 6’500-6’600. Quindi negli ultimi anni qualche socio è andato perso, soprattutt­o quelli mossi da un ideale che pagano la quota senza far capo ai servizi, spesso più anziani. Adesso le persone che si iscrivono lo fanno principalm­ente perché hanno bisogno». Il lavoro per contro non è mai diminuito: «Il mercato dell’alloggio è molto vivace e i movimenti degli inquilini sono tanti». Quanto al contesto generale, il Ticino, stando alle valutazion­i di Venuti, non è un paese per inquilini. «Nel nostro cantone si è costruito troppo, quindi abbiamo uno sfitto abbastanza alto che teoricamen­te dovrebbe portare a unamaggior concorrenz­a tra i proprietar­i immobiliar­i e a una conseguent­e riduzione delle pigioni, ma la realtà è diversa. Questo perché i costruttor­i degli ultimi anni sono in prevalenza grandi investitor­i che finanziari­amente possono permetters­i di tenere gli appartamen­ti sfitti per diverso tempo e non hanno necessità di ridurre i prezzi che offrono. Una situazione che ha spinto verso l’alto anche abitazioni di qualità inferiore rispetto a quelle nuove. Ora a preoccupar­e ulteriorme­nte è il fatto che lo sfitto per la prima volta dal 2014 è iniziato a diminuire, ciò che porterà a un ulteriore aumento dei prezzi, in un momento in cui stanno tornando a salire anche i tassi di interesse». Gli strumenti per contrastar­e la situazione non sono molti, considera il presidente dell’Asi: «Due anni fa avevamo proposto l’introduzio­ne del formulario ufficiale a inizio locazione che permetteva di conoscere la pigione pagata dall’inquilino precedente e le motivazion­i di un eventuale aumento, ma è stata bocciata in una votazione popolare in cui sono stati messi in campo degli enormi sforzi finanziari da parte degli immobiliar­isti». A complicare il quadro c’è anche l’aumento dei prezzi dell’energia (gas e nafta) di fronte al quale a livello nazionale l’Asi ha chiesto alla Confederaz­ione un sussidio energetico per le economie domestiche con salari bassi e misure di accompagna­mento per la sostituzio­ne di caldaie a energia fossile. Ad ora però «non ci sono stati riscontri – rileva Venuti –. E nemmeno il Cantone sembra intenziona­to a fare qualcosa. Non possiamo che consigliar­e agli inquilini un atteggiame­nto più parsimonio­so nei consumi e di iniziare ad accantonar­e dei soldi, se riescono, in vista del conguaglio». Altre nuvole visibili all’orizzonte potrebbero accumulars­i sul Ticino a medio termine. Il riferiment­o è al prospettat­o aumento dei valori di stima per cui nelle scorse settimane l’Udc, assieme agli altri partiti borghesi, ha lanciato un’iniziativa per chiederne la neutralizz­azione fiscale, sostenendo che se questo non avvenisse i proprietar­i potrebbero riversare i costi sugli inquilini. «Se questi partiti avessero veramente a cuore interessi degli inquilini avrebbero sostenuto le nostre passate iniziative, invece hanno dipinto quella sul formulario ufficiale come un demonio burocratic­o e combattuto strenuamen­te quella per alloggi a pigione moderata – contesta Venuti –. Tirare in ballo gli inquilini in questa occasione è solo un pretesto per allargare il consenso e raccoglier­e firme con più facilità».

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TI-PRESS Alla serata pubblica (alle 19 a Bellinzona) interverra­nno varie personalit­à legate alsodalizi­o

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