Voci dagli abissi
Edimburgo – È “biologicamente affascinante”. Murray Roberts, docente di biologia marina applicata ed ecologia all’Università di Edimburgo (Scozia) ha commentato così la fauna marina che popola a quasi quattromila metri di profondità la formazione rocciosa di origine vulcanica individuata di recente a pochi metri dal relitto del Titanic.
La formazione rocciosa, come i suoi ‘abitanti’ – ricorda la Cnn in un articolo pubblicato martedì sul suo sitoweb – era avvolta nel mistero fin dal 1996, quando apparve sotto forma di uno strano beep sullo schermo dell’ecoscandaglio del veterano pilota di sommergibili Nautile, P.H. Nargeolet. Per ventisei anni nessuno è riuscito a ‘decifrare’ quel segnale. Fino al mese scorso, quando lo stesso Nargeolet, insieme ad altri quattro ricercatori, ha organizzato una spedizione ad hoc per scoprire la verità.
A causa della magnitudine del segnale l’esploratore aveva ipotizzato la presenza di un secondo relitto, ma davanti ai suoi occhi è apparsa la gigantesca formazione rocciosa popolata di aragoste, pesci d’alto mare, spugne e diverse specie di corallo che potrebbero avere migliaia di anni. “Gli animali che vivono lì sono molto diversi da quelli che si trovano nell’oceano abissale”, ha spiegato Roberts, sottolineando che Nargeolet “ha svolto un lavoro scientifico davvero importante. Pensava che si trattasse di un relitto, invece si è rivelato, a mio avviso, ancora più sorprendente di un relitto”.
Si avvicina intanto la data in cui il Titanic sarà ‘aperto al pubblico’: l’11 maggio dell’anno prossimo partirà infatti una spedizione di otto giorni e sette notti – al costo di 250mila dollari a biglietto – per visitare il relitto più famoso al mondo.