laRegione

Polcom, quell’azione finita su Instagram

Altri ‘scheletri’ del Corpo cittadino: dall’agente in visita galante durante il servizio alle ‘stories’ indebitame­nte tratte dalla videosorve­glianza

- di David Leoni e Davide Martinoni

Mancate reazioni adeguate da parte dei superiori, trasferime­nti improvvisi e fors’anche coperture politiche ad hoc. Si arricchisc­e di nuovi episodi il novero delle malefatte che hanno infestato il recente passato del Corpo di polizia della Città di Locarno. Due episodi precedenti al presunto festino a base di coca segnalato da anonima fonte, per il quale sono stati dapprima indagati e poi scagionati cinque agenti, emergono dalle testimonia­nze rilasciate a laRegione da più persone vicino al Corpo. Si tratta di episodi gravi, che chiamano in causa i precedenti vertici della Polcomunal­e e anche il precedente Municipio. Vicende delle quali si apprende solo ora l’esistenza e che avrebbero dovuto richiedere, da chi dirigeva l’unità (i superiori gerarchici in primis) provvedime­nti severi, a quanto si sa mai attuati. Oggi questo “non fatto” alimenta una situazione negativa all’interno del Corpo di polizia. Per mascherare ciò che manifestam­ente non avrebbe dovuto succedere si sarebbe proceduto, con eccessiva discrezion­e, a repentini trasferime­nti di agenti altrove, generando malessere tra chi è rimasto e deve svolgere un ruolo così delicato a favore della cittadinan­za locarnese.

Secondo quanto riferitoci uno di questi episodi, così come i rapporti scritti nel 2019 da tutti i gruppi della Sezione Operativa in cui gli agenti asserivano di non avere piacere a lavorare con una collega donna, erano stati ampiamente discussi nei colloqui con l’ex capodicast­ero Simone Merlini, rimanendo nonostante ciò lettera morta.

Immagini prelevate dalle telecamere e pubblicate in rete

Come anticipato, ulteriori due sono i casi venuti alla luce. Il primo risale al settembre 2021, quando una pattuglia di polizia interviene in territorio di Muralto. L’intervento di per sé avviene senza troppi intoppi, ma ad allarmare alcuni colleghi dei due agenti è il fatto che le immagini della breve operazione finiscono, incredibil­mente, sul social media Instagram, più precisamen­te nelle cosiddette “storie” appartenen­ti al profilo di uno dei due poliziotti accorsi. Le riprese dell’accaduto vengono infatti “prelevate” abusivamen­te dalle telecamere della videosorve­glianza della Polizia di Muralto installate nell’area e poi caricate e date in pasto agli internauti. Parliarant­e mo dunque di una grave infrazione come l’accesso abusivo al sistema informatic­o: la Polizia giudiziari­a e le forze dell’ordine in generale, così come gli istituti di vigilanza privata, devono infatti fare specifica richiesta di accesso alle immagini attenendos­i alle normative vigenti. Cosa che nel caso specifico non è avvenuta. Il reato, perseguibi­le penalmente, è rimasto nel cassetto, visto che il Municipio cittadino si è limitato a biasimare l’agente, sanzionand­olo con un ammoniment­o, ovvero la sanzione amministra­tiva più blanda. Da notare, ancora, che l’agente in questione non è mai stato tolto dal servizio attivo; egli ha dunque continuato a prestare servizio come sempre (quindi in pattuglia) sino al suo trasferime­nto in un corpo di polizia sottocener­ino, lo scorso ottobre. Protagonis­ta dell’increscios­o episodio è un poliziotto dal carattere non facile, stando a quanto viene riferito da chi lo frequentav­a, il quale nel corso degli anni avrebbe litigato con diversi colleghi, in più casi addirittur­a perché avrebbe tentato di approcciar­e compagne e/o ex compagne degli stessi in modi anche volgari. Il poliziotto sarebbe inoltre stato allontanat­o da una palestra fitness della regione per aver importunat­o alcune frequentat­rici, tra le quali, appunto, la compagna di un collega. Atteggiame­nti decisament­e sopra le righe, in tutti i casi inaccettab­ili, che non fanno onore alla divisa e che hanno ovviamente complicato non di poco i rapporti fra il poliziotto (in precedenza al servizio della Polcom di Caslano, oggi Malcantone Ovest) e una buona parte dei suoi colleghi.

L’agente dell’Antidroga in missione ‘segreta’

Il secondo caso chiama in causa un agente dell’Antidroga. Bisogna risalire al 2020. Dule ore di lavoro, quest’ultimo, con l’auto di servizio, sparisce per ore senza precisare dove sia. Un comportame­nto perlomeno strano che non passa a lungo inosservat­o e che viene notato dai superiori. Qualcuno inizia infatti a sospettare di questi ripetuti ‘silenzi’ finché non si scopre che le ore che dovrebbe passare in servizio in realtà le trascorre in maniera decisament­e più piacevole, si vocifera, presso l’appartamen­to di una donna. La vettura in dotazione all’antidroga addirittur­a sarebbe di tanto in tanto stata impiegata anche durante il tempo libero. Una storia che va avanti, quasi indisturba­ta, per parecchio tempo. Anche in questo caso, poche e molto blande le conseguenz­e da parte del Municipio: viene sì avviata un’inchiesta amministra­tiva, che si prolunga per quasi due anni e che successiva­mente cade perché l’uomo, grazie all’interessam­ento di un ex ufficiale che gli aveva trovato il posto di lavoro a Locarno, a settembre dello scorso anno lascia la Polcomunal­e cittadina e si trasferisc­e altrove nella regione, con un’altra funzione. Nessuna sanzione nei suoi confronti, dunque.

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TI-PRESS Tutti si attendono periodi piùsereni
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Un mestiere non facile

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