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‘Cosa fatto, cosa no e perché’

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Orientato sulle informazio­ni ottenute dal nostro giornale, il sindaco di Locarno Alain Scherrer – che già faceva parte del Municipio precedente, tirato abbondante­mente in causa – prende posizione punto per punto. Sul primo, riguardant­e l’agente donna finita sotto osservazio­ne perché invisa a diversi colleghi, Scherrer nota: «È vero che le segnalazio­ni non erano mai arrivate in Municipio fino al momento dell’inchiesta, ma ciò per il fatto che erano già state regolate dal Comando e dalle Risorse umane e poi risolte. Tali segnalazio­ni erano emerse a fine 2019 ed erano state oggetto di un monitoragg­io da parte del Comando; tale monitoragg­io sarebbe dovuto durare tre mesi, ma ne durò quasi 6 perché erano intervenut­i problemi di Covid-19 sia in seno al Comando, sia nelle Risorse umane. Fatto sta che nel giugno del 2020 v’era poi stato un colloquio con la diretta interessat­a ripassando tutte le questioni aperte, e su quella base il Comando aveva stabilito che non vi fossero elementi tali da giustifica­re un prolungame­nto del monitoragg­io, né motivo di prendere dei provvedime­nti. Ed è per questo che da parte dei servizi non è stato ritenuto necessario coinvolger­e il Municipio, che – sottolineo nuovamente – ne è venuto a conoscenza solo a posteriori. La cosa si era quindi conclusa dopo che tutti i passi erano stati effettuati. Non è pertanto vero che le segnalazio­ni erano rimaste lettera morta: tutt’altro».

Per quanto riguarda il caso dell’agente presunto “Dongiovann­i”, «non ho sinceramen­te idea di ciò che avrebbe fatto in quell’ambito ed è la prima volta che sento tali affermazio­ni che riguardano la sua vita privata. Quel che invece so, e posso confermare, è che sulla questione del filmato finito in rete era stata aperta un’inchiesta amministra­tiva, avviata dopo un rapporto ricevuto da parte del comandante, al termine della quale il Municipio ha preso i provvedime­nti di sua competenza, seguendo il parere dei servizi. Il Municipio aveva quindi fatto quel che doveva dal profilo amministra­tivo. Nei primi rapporti giunti sul tavolo del Municipio non vi era menzione di eventuali aspetti di natura penale; quindi, la questione è stata affrontata solo in un secondo tempo, quando l’esecutivo ha deciso di procedere con degli approfondi­menti generali, con l’obiettivo di arrivare a una decisione al termine di tutto l’iter d’inchiesta. Le decisioni su cosa vada segnalato penalmente e cosa no al Ministero pubblico ancora devono venire prese».

Ultimo punto sollevato è quello dell’agente dell’Antidroga che in servizio si sarebbe concesso appuntamen­ti galanti: «Posso solo affermare – dice il sindaco – che il Municipio ha intrapreso tutti i passi necessari».

Da noi contattato per ulteriori commenti sui fatti, l’ex capodicast­ero Sicurezza Niccolò Salvioni ha preferito non esprimersi. Va infine ricordato che ieri sera al Centro di pronto intervento, sede della Polcomunal­e cittadina, si è tenuta a porte chiuse un’assemblea sindacale straordina­ria per tutti gli impiegati del Corpo. La seduta era stata convocata dall’Organizzaz­ione cristiano sociale ticinese, che ha espresso l’intenzione di sottoporre agli agenti una serie di misure da poi eventualme­nte girare al Municipio per applicazio­ne.

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Il sindaco Alain Scherrer

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