Crolla la scala sul cantiere: un operaio morto e uno ferito
Pesante il bilancio dell’incidente avvenuto ieri verso le 13.45 in via Ghiringhelli, dove il cedimento dell’infrastruttura ha travolto alcuni addetti ai lavori
Hanno fatto subito temere il peggio il boato e le urla uditi da chi, ieri verso le 13.45, si trovava in via Ghiringhelli a Bellinzona dove in pochi minuti si sono precipitati a sirene spiegate gli enti di soccorso. È in effetti purtroppo pesante il bilancio dell’infortunio avvenuto sul cantiere per la costruzione di quattro palazzine il cui committente è la Cassa pensioni cantonale. Il crollo di una scala di cemento interna di uno dei tre edifici in costruzione ha travolto alcuni operai. In un comunicato stampa diffuso a circa due ore e mezza dall’accaduto, la Polizia cantonale parlava di un ferito e di una persona ancora sotto le macerie, ma secondo le testimonianze raccolte dalla redazione sul posto e confermate da fonti sindacali, il primo operaio rimasto sotto i detriti risultava già da subito morto, mentre il secondo se l’era cavata con delle ferite e il ricovero in ospedale. Quest’ultimo è stato tratto in salvo dopo un paio d’ore grazie all’Unità d’intervento tecnico dei pompieri. In serata, dopo le 21, la conferma della PolTi: la salma dell’operaio morto sul colpo è stata recuperata. Si tratta di un 44enne bosniaco domiciliato nel Bellinzonese. Il suo collega, un 49enne portoghese domiciliato nel Locarnese, in base alle prime valutazioni mediche ha riportato leggere ferite. Sempre secondo nostre informazioni non confermate, vi sarebbero altri due operai feriti leggermente, i quali hanno tentato di prestare i primi soccorsi in attesa dell’arrivo di pompieri, Croce Verde e polizia. Al fine di prestare sostegno psicologico è intervenuto il Care Team.
‘Mio marito salvo per miracolo’
«Mio marito era lì al momento del crollo. Mi ha subito chiamata al telefono dicendo di essere rimasto solo leggermente ferito a una gamba e di aver cercato di portare i primi soccorsi, in attesa degli specialisti». Ha lo sguardo costantemente rivolto verso il cantiere teatro della tragedia la giovane moglie e madre di famiglia che incontriamo verso le 14.30 in via Ghiringhelli, al di là della striscia bianco-rossa tirata dalla polizia per impedire l’accesso ai passanti. Con lei vi sono alcuni abitanti del quartiere. Poche le informazioni che è in grado di fornire al cronista. Ma ne basta una per segnare subito la gravità della situazione: «Mio marito è salvo per miracolo e mi ha detto che un operaio è morto, altri due o tre sono rimasti feriti gravemente e altri due solo leggermente, fra cui lui stesso». Passa un’ora, altra telefonata: «Mi ha detto che fra i cumuli di cemento armato si vede spuntare la mano di un suo collega. Stanno cercando di recuperarlo. Pover’uomo». Poi una constatazione d’ordine generale, quella che una moglie in apprensione può fare: «Di sicuro la loro è una professione che comporta dei rischi. Quando torna a casa la sera non racconta molto, ma più volte mi ha fatto capire che gli operai sono sotto pressione, che devono lavorare parecchio e anche velocemente». Un bambino che abita poco distante, e che fa parte del corpo dei mini-pompieri di Acquarossa con i quali si esercita una volta al mese, ha lo sguardo attento sui mezzi di soccorso. E a sua volta spiega che «un giorno, tornando a piedi da scuola, ho visto cadere al suolo, dal gancio di una delle gru, un grande pezzo di legno». Un’altra testimonianza raccolta dalla redazione riferisce di un incidente fra automezzi evitato solo per miracolo, nella stretta rampa di accesso al cantiere, fra un veicolo che si trovava nell’area di lavoro e un camion intento a introdurre una delle gru. Cadenazzi (Unia): ‘Concorrenza e guerra dei prezzi sono i principali problemi’ «La pressione ci preoccupa da anni». Dario Cadenazzi , responsabile del settore edilizia di Unia Ticino e Moesa, si augura in generale che la sicurezza venga messa sempre al primo posto e che non si speculi su di essa. Sicurezza che «è centrale», in un settore nel quale «il problema è riconducibile alla concorrenza e alla guerra dei prezzi». Nel ricostruire le cause esatte dell’incidente, l’inchiesta dovrà considerare quelle che per ora sono solo ipotesi. Possiamo citare ad esempio un calcolo di progettazione errato, oppure una realizzazione lacunosa o ancora l’utilizzo di materiale non idoneo o difettoso. Se così fosse, la questione farebbe «ancora più paura» rispetto a un eventuale problema legato alle misure di sicurezza adottate sul cantiere, rileva Cadenazzi, perché sarebbe poi «la condizione finale dell’opera a poter presentare delle problematiche». E questo ovviamente con possibili conseguenze sia sugli operai, sia per coloro che poi vivranno nell’edificio costruito. All’inchiesta il compito di determinare le cause esatte del crollo, stabilendo così anche se l’opera è stata costruita seguendo tutte le norme in vigore e quindi le eventuali responsabilità.