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Ex ministra tedesca auspica nuove centrali nucleari

- Alex Reichmuth*

La decisione di eliminare gradualmen­te l’energia nucleare è stata un «errore storico». È quanto scrive su «Welt» Kristina Schröder, ex ministra tedesca della Famiglia e membro della CDU. Ora è il momento di pianificar­e la costruzion­e di nuove centrali nucleari in Germania.

L’appello è notevole: Schröder faceva parte del governo della sua collega di partito Angela Merkel, quando questa decise di eliminare gradualmen­te l’energia atomica dopo l’incidente nucleare di Fukushima nel 2011. Il fatto che un ex ministra non solo chieda la prosecuzio­ne del funzioname­nto delle ultime tre centrali nucleari, ma addirittur­a sostenga pubblicame­nte la costruzion­e di nuovi impianti, è finora unico.

Nel suo commento quale ospite, Kristina Schröder sottolinea che, sebbene all’epoca fosse un membro del gabinetto, la decisione di eliminare gradualmen­te l’energia nucleare fu presa «senza il mio voto». Non era convinta dell’uscita definitiva della Germania dall’energia nucleare, «il che, a mio avviso, vale anche per gran parte della CDU/CSU». «Ma non espressi i miei dubbi ad alta voce, come fecero molti altri. La decisione sembrava troppo irrevocabi­le e inoltre, come ministro federale della Famiglia, non potevo sentirmi competente». Naturalmen­te trovava le immagini provenient­i dal Giappone «opprimenti». «Decine di migliaia di vittime, una tragedia». Solo gradualmen­te si è capito che quasi tutte erano vittime dello tsunami, mentre ancora oggi è controvers­o se la fusione del nucleo della centrale atomica abbia causato qualche vittima». Ma le 17 centrali nucleari presenti all’epoca in Germania sarebbero state tra le più sicure al mondo. «Anche per potenziali catastrofi naturali, erano molto più preparate rispetto a Fukushima».

Kristina Schröder sottolinea inoltre i problemi legati alla sostituzio­ne di queste 17 centrali nucleari con l’energia eolica e solare. Questo porterebbe a un «gigantesco utilizzo di suolo». Inoltre, significhe­rebbe un passo indietro in termini di sicurezza dell’approvvigi­onamento. «Perché il grande problema delle rinnovabil­i, che si erge come un elefante nella stanza e che viene volutament­e ignorato, è quello della tecnologia di stoccaggio». Perché «il vento non soffia sempre, il sole splende al massimo solo di giorno» e le capacità di immagazzin­amento necessarie a colmare questi vuoti «sono ancora molto lontane, nonostante le ampie ricerche condotte a livello mondiale». Quale riserva per garantire l’approvvigi­onamento, in linea di principio potrebbero essere presi in consideraz­ione il gas naturale, il carbone e l’energia nucleare, continua Schröder. Ma oggi il gas naturale non è più disponibil­e e l’energia a carbone non dovrebbe essere incrementa­ta in modo permanente «per motivi molto ragionevol­i». «Resta il binomio energie rinnovabil­i e nucleare».

Con questa combinazio­ne, la Germania disporrebb­e di un approvvigi­onamento energetico in gran parte privo di CO₂, offrendo così probabilme­nte l’unica possibilit­à di raggiunger­e gli obiettivi dell’accordo di Parigi sulla protezione del clima. Solo questa fonte di energia sarebbe in grado di «rifornire di elettricit­à tutte le future auto elettriche, le pompe di calore elettriche e i forni industrial­i». Purtroppo, però, la decisione della Germania di eliminare gradualmen­te l’energia nucleare ha consolidat­o la sua dipendenza dal gas russo, scrive Kristina Schröder. «Tutti coloro che avevano responsabi­lità politiche in Germania in quel periodo devono convivere con questa colpa, che è consistita perlomeno in una mancanza di resistenza politica. Oggi, però, c’è la possibilit­à di «riflettere e prendere decisioni più sagge, almeno per i prossimi decenni». Schröder raccomanda di «mantenere in rete le tre centrali nucleari ancora in funzione, di riattivare le tre che sono state recentemen­te chiuse e di pianificar­e la costruzion­e di nuove centrali nucleari». Questo offre la possibilit­à di «preservare la nostra prosperità, che è anche strettamen­te legata alla nostra libertà».

Poco più di una settimana fa il Cancellier­e tedesco Olaf Scholz (SPD) ha fatto uso della sua competenza direttiva e ha ordinato di continuare a far funzionare le tre centrali nucleari di Isar, Neckarwest­heim e Emsland fino all’aprile 2023. Per la CDU/CSU, attualment­e all’opposizion­e, questo non è sufficient­e. Chiede un’estensione dei tempi di funzioname­nto almeno fino al 2024 e l’acquisto di nuove barre di combustibi­le. Il leader del partito Friedrich Merz, tuttavia, finora non ha chiesto la costruzion­e di nuovi impianti.

In Svizzera, invece, i politici dell’UDC e in parte del PLR vogliono che vengano costruite nuove centrali nucleari. L’Energie Club Schweiz sta raccoglien­do le firme per un’iniziativa che chiede l’abolizione del divieto legale di nuove costruzion­i . Tuttavia le centrali nucleari svizzere esistenti dovrebbero rimanere in funzione finché sono sicure, il che potrebbe durare decenni. La Germania, al contrario, voleva togliere dalla rete le ultime tre centrali nucleari alla fine di quest’anno.

* dal «Nebelspalt­er» 24 ottobre 2022

Kristina Schröder, ex ministro federale della Famiglia CDU, chiede la costruzion­e di nuove centrali nucleari in Germania e definisce l’abbandono di questa fonte energetica, deciso nel 2011, un «errore storico». È la prima volta che un ex politico di così alto livello si schiera a favore di nuove centrali nucleari.

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