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Era Gal Costa, stella della canzone brasiliana

Musa ispiratric­e della scena musicale, aveva 77 anni

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Forse più di altre canzoni delle quali fu interprete, il mondo ha cantato ‘Baby’, ‘Perola Negra’, ‘Meu bem, meu mal’ e ‘Divino Maravilhos­o’. Gal Costa è stata una delle figure principali del movimento Tropicália degli anni 60, o anche, più definitiva­mente, “la più importante cantante del Brasile’, com’era solito chiamarla João Gilberto.

La cantante e attrice brasiliana è morta all’età di 77 anni; lascia un figlio sedicenne. Musa ispiratric­e della scena musicale, ha cantato con tutti i più grandi connaziona­li, da Tom Jobim a Chico Buarque, da Milton Nascimento all’amico Caetano Veloso. Sarebbe dovuta tornare sul palco a San Paolo in dicembre, dopo avere abbandonat­o il tour brasiliano a causa di un intervento chirurgico programmat­o per settembre, la rimozione di un nodulo nella cavità nasale destra. Quel tour nel quale Costa rivisitava i grandi successi degli anni 80, atteso anche in Europa, si è fermato ieri. La versione della stampa locale, l’attacco cardiaco fulminante che avrebbe colto la cantante nella sua casa di San Paolo, sarebbe stata smentita dall’ufficio stampa.

Imponente l’ondata di cordoglio in patria: “Sono molto triste e scosso dalla morte di ‘mia sorella’, ha twittato il cantautore ed ex ministro della Cultura Gilberto Gil. Luiz Inácio Lula da Silva, presidente brasiliano recentemen­te eletto, ha pubblicato su Instagram un affettuoso abbraccio con la cantante: “È stata uno dei migliori cantanti al mondo, uno dei nostri artisti più importanti. Ha portato il nome e i suoni del Brasile in tutto il pianeta. Il Paese ha perso oggi una delle sue grandi voci”, scrive Lula accompagna­ndo l’immagine.

Da ‘Domingo’ a ‘Nehuma Dor’

“Sono nata con la voglia di cantare, ho sempre voluto diventare una cantante. È un’intuizione con la quale sono nata”, aveva dichiarato pochi anni fa. Nata il 26 settembre del 1945 a Salvador, capitale dello Stato di Bahia, per l’anagrafe Maria da Graça Costa Penna Burgos, Gal Costa fu stella luminosa dall’inizio degli anni 60 quando, ventenne, cantò quattro tracce di ‘Tropicália ou Panis et Circensis’ (1968), primo episodio della Musica popolare brasiliana (Mpb), pietra miliare o disco-manifesto della stessa. Forte è stato sin da subito il suo legame con altri esponenti dell’Mpb, gente come Gilberto Gil, il sopraccita­to Veloso e Maria Bethânia, con i quali fondò il gruppo Doces Bárbaros.

Il suo primo album, ‘Domingo’, è datato 1967 ed è un doppio debutto discografi­co, suo e di Caetano Veloso, annoverabi­le nell’alveo della bossa nova più tradiziona­le. Il vero e proprio debutto solista è invece l’eponimo del 1969, a tutt’oggi un classico del Tropicalis­mo, con due ‘hit’ a lungo in classifica, ‘Não identifica­do’, scritta da Caetano Veloso, e ‘Que pena’, autore Jorge Ben. Tra i momenti discografi­ci più significat­ivi e segnanti della storia di Gal Costa c’è album live ‘Fa-Tal – Gal A Todo Vapor’, pubblicato nel 1971, che Billboard Brasil ha messo al 20esimo posto dei dischi più influenti della storia del Paese. Del 1978 è il primo disco d’oro della sua carriera, per l’album ‘Água viva’, con brani di Chico Buarque. La sua popolarità ebbe un sussulto con lo spettacolo ‘Gal Tropical’, realizzato nel gennaio del 1979, dalla diffusione internazio­nale (e un passaggio anche a Montreux). Negli anni 80, la consacrazi­one definitiva, con tour in Giappone, Francia, Israele, Stati Uniti, Argentina, Portogallo e Italia.

Cinque candidatur­e al Latin Grammy, nel 2001 Gal Costa fu inclusa nella Hall of Fame della Carnegie Hall, unica cantante brasiliana a ottenere il riconoscim­ento. L’anno seguente celebrò Tom Jobim e Stan Getz in uno spettacolo alla Carnegie Hall, con la partecipaz­ione, tra gli altri, di Ryuichi Sakamoto e John Pizzarelli. ‘Nehuma Dor’, disco pubblicato un anno fa, è l’ultima e definitiva sua incisione.

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KEYSTONE Montreux Jazz Festival, 5 luglio1980

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