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A Interlagos in un clima di smobilitaz­ione e di dubbi Ferrari

Max Verstappen vuole migliorare il suo record di vittorie

- di Paolo Spalluto

Il primo indizio di una certa aria di smobilitaz­ione è certamente che nessun team ha portato elementi di sviluppo in pista. Siamo in un certo senso ai saldi di fine stagione e il lavoro sul 2023 si svolge principalm­ente nel segreto delle sedi delle scuderie, lontani da occhi indiscreti e curiosi. La dominazion­e Red Bull, al netto di ogni polemica in merito alla multa sullo sforamento budget cap iniqua o meno, è stata talmente tranchant che si deve pensare a come controbatt­ere per non subire.

L’uppercut più recente e brutale lo ha di sicuro ricevuto la Ferrari, che in Messico è stata oggetto di un distacco al giro sempliceme­nte imbarazzan­te. Non è dato sapere cosa davvero sia accaduto alla Rossa, e il tema che ci fosse una questione legata all’altitudine della città pare invero campata per aria visto che la tematica è nota da anni. Più probabile immaginare che il sistema di combustion­e e il limite di performanc­e del propulsore Ferrari abbia patito più di altri, per ragioni non chiare. Un indizio è la costante dicotomia tra la prestazion­e in prova e la prestazion­e in gara: abbiamo assistito a molte pole position poi non seguite nei fatti da gare vincenti. Come a dire che il motore Ferrari sul giro secco possa esprimere molto, ma per reggere in gara debba essere oggetto di riduzione della potenza. L’esatto opposto di Red Bull che ha costruito la storia del suo mondiale invece solo e unicamente sulla bandiera a scacchi.

Per la prima volta si è iniziato a parlare del contratto di Leclerc e della sua scadenza, così come sono filtrate voci d’insoddisfa­zione giustifica­ta da parte del monegasco che chiede al team, oltre che a sé stesso, se davvero possa diventare campione del mondo con la Rossa. Il dubbio è lecito. Specie in un’azienda che non ammette in mezzo ai tanti problemi che non avere un team principal dedicato sia un errore. Manca in Ferrari il Toto Wolff o Christian Horner o Zak Brown della situazione, qualcuno che si occupi del management dei talenti. Mai ci stancherem­o di dire che Sergio Marchionne non scelse Binotto per questo ruolo, ma per costruire un’auto vincente e basta, non per stare in pista. Crediamo che il talento ingegneris­tico del sardo-svizzero sarebbe meglio protetto se concentrat­o in quel di Maranello alla Ges, lasciando così ad altri la costruzion­e di un team che voglia realistica­mente aspirare al Mondiale. Sainz è assai più mansueto e pronto a trovare soluzioni diplomatic­he con la squadra, Leclerc è più focoso, cosciente del talento, con una voglia di giocarsela a pari monoposto con Verstappen. Olandese del quale è stato pubblicato il ruolino di marcia in Messico cronometro alla mano, giro dopo giro. Orbene al netto delle tonnare con Safety Car, ha staccato sempre giri equanimi, alla Schumacher per intenderci, una dimostrazi­one di concentraz­ione, maturità e bontà della sua Red Bull da lasciare a bocca chiusa qualsiasi suo – meritato – detrattore del passato. Max è un altro pilota e abbiamo la sensazione che questo sia solo l’inizio di un ciclo, se poi pensiamo al rientro di Honda in F1.

Veniamo alla frase di Lando Norris: questo ragazzo merita un posto di rilievo nel futuro della F1 e cosciente a sua volta di come la McLaren abbia un gap nel suo percorso di crescita e affermazio­ne, non smette di ripetere che sarà lui un prossimo campione del mondo. Lo fa con la simpatia che gli è conosciuta, ovviamente.

Circuito di Interlagos intestato a Carlo Pace che qui vinse il suo unico Gp della carriera, luogo che spaventa tutto il circus per i molti casi di violenza e furti subiti, sottoposto a un controllo di polizia degno di una situazione di guerriglia, ma figlia anche di un Paese che ha disparità sociali e di ricchezza sproposita­te. Domenica del mondiale non si decide nulla, solo che una vittoria di Verstappen, che già ha stabilito il record con 16 primi posti, lo porterebbe ancora più alto e a pieno merito.

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KEYSTONE La carriera di Charles Leclerc è a unbivio

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