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Per il Teatro Sociale, senza pregiudizi­o

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Tempi difficili per la cultura. Il dopo pandemia di Covid-19 registra un calo della fruizione di eventi pubblici un po’ ovunque. Non solo le sale cinematogr­afiche fanno fatica a ritrovare il loro pubblico, ma sono in crisi anche altri luoghi di cultura, come i teatri. La diminuzion­e del potere d’acquisto dovuta all’aumento dei premi di cassa malati e di altri beni di prima necessità non aiuta certo a risollevar­e un settore già in difficoltà. Nei teatri privati parigini, dove durante la scorsa stagione le presenze sono diminuite del 40%, si dice che in seguito alla crisi sanitaria si assiste a una vera frattura nella mentalità del pubblico. Per venire al nostro caso specifico, ci si chiede come riportare più pubblico al Teatro Sociale. L’offerta attuale, suddivisa in dieci diverse sezioni che contemplan­o teatro, musica, danza, narrazioni, eventi per i più piccoli ecc., sembra molto attenta all’eterogenei­tà delle attese e delle sensibilit­à del pubblico potenziale. Un aspetto da riconsider­are potrebbe essere l’orario d’inizio degli spettacoli, che nella capitale amministra­tiva del cantone, durante la settimana, potrebbe essere anticipato (ora bisogna attendere le 20.45). Ciò garantireb­be il rientro a casa in orari decenti, magari con i mezzi pubblici. A proposito di mezzi pubblici e/o collettivi, andrebbero organizzat­i più servizi da e per le regioni discoste da Bellinzona, funzionali alla fruizione del Teatro Sociale. Guardando al futuro, l’investimen­to maggiore da considerar­e pensando al pubblico di domani riguarda il maggiore coinvolgim­ento durante la giornata delle migliaia di allievi, apprendist­i e studenti che frequentan­o Bellinzona e la regione.

Michele Egloff, Bellinzona

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