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Calano le vendite, aumenta il pessimismo

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Oltre la metà di ristoranti e alberghi ticinesi segnala una calo di vendite e pernottame­nti rispetto all’anno scorso. Un dato opposto rispetto a quello svizzero, dove buona parte degli operatori segnala un aumento dei guadagni. È questo il quadro che emerge dai risultati presentati dal Kof per il terzo trimestre del 2022. “I risultati mostrano in particolar­e un peggiorame­nto dell’alberghier­o nella regione di Lugano”, si legge nell’indagine pubblicata dall’Ustat. La situazione ha così portato a un aumento del pessimismo tra gli operatori. Questo anche perché “le previsioni sui volumi di vendita per il trimestre invernale si mostrano più negative per il Ticino e meno positive per la Svizzera”. Dati che, ricorda il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta, vanno però presi consideran­do gli effetti della pandemia. “Eravamo consapevol­i che sarebbe stato impossibil­e raggiunger­e cifre come quelle che hanno caratteriz­zato il 2021, ancora molto condiziona­to dalla pandemia e dalla riduzione degli spostament­i”. Il riferiment­o, spiega Trotta, deve essere fatto con il 2019, ultimo anno pre-pandemico “rispetto al quale registriam­o una progressio­ne del 12,2%. I nostri connaziona­li continuano quindi a premiare il Sud delle Alpi. Purtroppo – sottolinea il direttore di Ticino Turismo – sul settore pesano molte incognite”. Per quanto riguarda l’occupazion­e, a livello cantonale attualment­e c’è equilibrio tra gli operatori del settore ottimisti e quelli pessimisti. Ma il bilancio è destinato a peggiorare: “Le previsioni mostrano un peggiorame­nto della situazione. Se in Svizzera si registra ancora un cauto ottimismo per il futuro, in Ticino i risultati sono più pessimisti: oltre la metà degli albergator­i e quasi un terzo dei ristorator­i prevede di diminuire gli impieghi”.

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TI-PRESS Stime al ribasso per l’inverno

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