‘Ingenio ludere’, scritti di Massimo Danzi
‘Ingenio ludere. Scritti sulla letteratura del Quattrocento e del Cinquecento’ è il nuovo libro dell’italianista Massimo Danzi, durante quasi quarant’anni professore all’Università di Ginevra. Pubblicato dalle Edizioni della Scuola Normale Superiore di Pisa, sarà presentato questa sera alle 18 alla Biblioteca della Salita dei frati.
Il libro riunisce studi sulla letteratura del Quattrocento e del Cinquecento, con una trasversalità di argomenti e temi da rintracciarsi nella formazione avvenuta dopo gli anni dell’Università a Pavia, all’Istituto Italiano per gli studi Storici di Napoli e allo Harvard University Center for the Italian Renaissance Studies di Villa I Tatti, a Firenze. Il volume spazia dall’umanesimo di Leon Battista Alberti, alla poesia latina e italiana delle corti signorili italiane, al collezionismo artistico e libresco del veneziano Pietro Bembo, alla tradizione medica europea sulle acque curative, cioè sull’idroterapia e sulle terme. Leon Battista Alberti (1404-1472) fu il grande architetto e trattatista di architettura del Quattrocento italiano, ma anche di molte e diverse opere letterarie. La figura del cardinale Pietro Bembo (1472-1547) è al centro di una sezione sul collezionismo artistico e libresco, nonché sulla sua cultura latina, greca ed ebraica con i suoi precoci interessi orientalistici. Una ultima sezione contiene saggi sull’umanesimo europeo, per esempio sul naturalista e filologo zurighese Conrad Gessner (1516-1565) e sul rapporto tra letteratura e medicina. È una letteratura tecnica poco nota, di argomento medico-termale, che a inizio del Duecento sottintende una nuova sensibilità del corpo umano, dopo il sostanziale deprezzamento del periodo medievale. In questa diffusione della cultura delle acque curative, l’apporto di umanisti svizzeri come Felix Hemmerli, Paracelso o Conrad Gessner, cui Danzi dedica ampio spazio, fu decisivo e collocò la Svizzera nella mappa della più nobile cultura scientifica europea.
Presenteranno il libro i professori Luca D’Onghia della Scuola normale superiore di Pisa e Enrico Roggia dell’Università di Ginevra.