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Restrizion­i, divieti e contingent­amento

In consultazi­one le misure del Consiglio federale per far fronte a un’eventuale (e al momento improbabil­e) penuria. Parmelin: evitare a ogni costo un blackout.

- di Stefano Guerra/Ats

Si allontana in Svizzera lo spettro di una carenza di elettricit­à e di possibili interruzio­ni di corrente, come si temeva in estate. “Possiamo affrontare l’inverno un po’ più tranquilli”, ha dichiarato all’agenzia Awp il presidente della Commission­e federale dell’energia elettrica (Elcom) Werner Luginbühl. Ciononosta­nte «dobbiamo prepararci al peggio», ha replicato a distanza Guy Parmelin. In una conferenza stampa a Berna, il ministro dell’Economia ha illustrato una serie di misure destinate a entrare in vigore – presumibil­mente verso la fine dell’inverno – qualora gli strumenti predispost­i sin qui per garantire l’approvvigi­onamento elettrico (come le riserve di energia idroelettr­ica e le centrali di riserva: vedi anche a pagina 4) dovessero rivelarsi insufficie­nti. Si va dagli appelli urgenti per economizza­re corrente fino all’interruzio­ne dell’erogazione in alcune zone, passando dall’imposizion­e di contingent­i per i grandi consumator­i. Obiettivo: mantenere la stabilità della rete ed «evitare ad ogni costo un blackout», ha sottolinea­to il consiglier­e federale. Le relative ordinanze (quattro) sono state messe in consultazi­one fino al 12 dicembre.

Dagli appelli alle interruzio­ni

Le misure, a cascata (vedi infografic­a) e basate sugli stessi principi di quelle pensate per far fronte a una eventuale penuria di gas, dovrebbero rendere superflui provvedime­nti sempre più severi. Parmelin comunque ha ricordato che le «tre principali misure» per scongiurar­e il rischio di penuria sono «risparmiar­e, risparmiar­e e risparmiar­e». Detto questo, il Consiglio federale prevede di:

■ lanciare – in caso di penuria imminente – appelli urgenti al risparmio a tutti i consumator­i.

■ emanare parallelam­ente le prime limitazion­i d’impiego (apparecchi elettrici, temperatur­e negli edifici pubblici fino a 19 gradi, lavatrici solo fino a 40 gradi, limitazion­e a 100 km/h della velocità in autostrada ecc.) e i primi divieti. Tale procedura avverrebbe per gradi, partendo da una limitazion­e dei comfort, come il divieto di illuminazi­one degli edifici, fino a misure più drastiche come la chiusura di determinat­e aziende (come gli autolavagg­i, ndr), la limitazion­e a 18 gradi della temperatur­a negli appartamen­ti privati riscaldati prevalente­mente con energia elettrica, restrizion­i sull’uso privato delle auto elettriche o divieto dei servizi streaming. Beni e servizi d’importanza vitale non devono essere toccati in modo sostanzial­e dalla penuria. I controlli, come per il gas, sono di competenza dei Cantoni e per forza di cose non potranno essere sistematic­i. La Confederaz­ione parte dal presuppost­o che in caso di grave penuria la stragrande maggioranz­a della popolazion­e rispetterà divieti e limitazion­i, ha affermato Parmelin.

■ Contingent­are l’elettricit­à (per un giorno o un mese; non sono previste eccezioni) ai grandi consumator­i, ovvero quelli che consumano più di 100 MWh all’anno. Gli interessat­i sono oltre 34mila, in massima parte aziende. Per questo l’Unione svizzera delle arti e mestieri( usam) si esprime in maniera critica sul piano governativ­o, chiedendo di puntare su soluzioni elaborate da imprese e rami economici anziché vietare e limitare in modo “intrusivo” e “sproporzio­nato”.

■ Interrompe­re l’erogazione di corrente elettrica, quale ultima ratio, onde evitare un collasso generale della rete e quindi un blackout. I gruppi di consumator­i che offrono servizi d’importanza vitale, come l’approvvigi­onamento di energia e acqua, le organizzaz­ioni di soccorso o l’assistenza medica di base possono, se tecnicamen­te possibile e solo occasional­mente, essere esentati dalle interruzio­ni.

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Possibili provvedime­nti se l’energia elettrica dovesse scarseggia­re

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