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Mirante lascia il Ps Riget: sono serena

La 44enne economista: fonderò un partito o un movimento. Durisch: passo da non sottovalut­are. Branda: una scelta che non condivido assolutame­nte.

- di Andrea Manna e Jacopo Scarinci

«Sono curiosa di sapere quali saranno i contenuti politici di questo nuovo progetto, perché è chiaro che una proposta politica non può ruotare attorno a una persona ma deve poggiare su idee e visioni della società». È da pochi minuti ufficiale la decisione di Amalia Mirante di lasciare il Partito socialista – comunicata alla trasmissio­ne ‘Detto tra noi’ condotta da Andrea Leoni su TeleTicino – quando la copresiden­te del Ps Laura Riget commenta uno ‘strappo’ che era nell’aria e che non sembra stupirla più di tanto: «Come Partito socialista prendiamo atto delle dimissioni di Mirante, che a quanto pare non si riconosce più nel programma di partito», commenta serafica. Aggiungend­o, qui con più rammarico, che «in questo momento di difficoltà per la popolazion­e è importante avere un polo progressis­ta vasto e unito, obiettivo della nostra alleanza con i Verdi. Avere in campo un ulteriore partito dell’1 o 2% indebolisc­e le battaglie che portiamo avanti e rende quindi meno efficace l’azione a tutela delle fasce più deboli». Nessuna paura che l’addio di Mirante provochi un’erosione di voti o di eletti in Gran Consiglio? Apparentem­ente no: «Sono molto serena – risponde Riget –, con le nostre proposte concrete sapremo convincere l’elettorato». E sempre sul tema, ufficializ­za una notizia: «Negli scorsi giorni Maurizio Canetta, che al Congresso ha presentato e difeso l’emendament­o per superare il tema candidatur­a di esperienza e candidatur­a di rinnovamen­to in favore di Amalia Mirante, ha deciso di candidarsi per il Gran Consiglio. Questo dimostra – dice ancora Riget – che nel Ps c’è spazio per tutte le persone che si riconoscon­o nel nostro programma».

Mirante fa dunque sapere in television­e di aver abbandonat­o il Ps e che fonderà un partito. Di cui al momento si ignora il nome. Così come non è ancora ufficiale se questo nuovo partito si presenterà alle elezioni cantonali del prossimo 2 aprile. Il passo della 44enne economista è da ricondurre alla decisione del Congresso del Ps del 13 novembre a Bellinzona, in occasione del quale la sua candidatur­a nella lista rossoverde per il Consiglio di Stato è stata bocciata sonorament­e: dalla base sono giunti per lei solo trentotto voti sui circa 250 partecipan­ti. Un’uscita dal Ps, con «serenità da una parte e dolore e dispiacere dall’altra», sostiene a TeleTicino. E riferendos­i al suo ormai ex partito, afferma: «Un partito non è solo quello che dice ma anche quello che fa», aggiunge lamentando­si delle dure critiche indirizzat­ele da Fabrizio Sirica nel discorso tenuto dal copresiden­te al Congresso. Il futuro politico di Mirante, in passato per due volte candidata nel Ps per il governo? «Un partito o un movimento, dobbiamo ancora decidere, in ogni caso si collocherà in un’area ben precisa, il centrosini­stra».

‘La difficoltà di stare insieme’

«Se sul piano strettamen­te umano posso capire la scelta di Mirante, su quello politico non la condivido assolutame­nte – commenta perentorio

Mario Branda –. La trovo una scelta sbagliata perché, e l’ho detto al Congresso, se come centrosini­stra vogliamo contare qualcosa bisogna aggiungere, integrare, unire e non dividere e togliere». Un’eventuale discesa in campo del partito/movimento di Mirante potrebbe erodere consensi al Ps, soprattutt­o per quanto riguarda il

Gran Consiglio, dove numericame­nte è presente con tredici deputati? «Non credo che una lista del partito o movimento di Mirante possa di per sé toglierci qualcosa – risponde il sindaco socialista di Bellinzona –. Il problema è un altro, il problema è che ancora una volta si parlerà di una sinistra che ha difficoltà a stare insieme».

Durisch: solo uniti si è incisivi

E sull’importanza di una sinistra unita pone l’accento anche il capogruppo in parlamento. «A me stanno a cuore i temi della sinistra e dispiace questa ulteriore frammentaz­ione», afferma Ivo

Durisch. L’unione permettere­bbe di essere più incisivi, soprattutt­o in un momento in cui la destra ha capito che allearsi potrebbe portare via voti alla sinistra». Il passo di Mirante, ovvero questa ulteriore frammentaz­ione? «Auspico che non si traduca in un’erosione di consensi per il Ps con riferiment­o al Gran Consiglio, anche perché in questi quattro anni come Partito socialista ci siamo battuti contro le disuguagli­anze e i cambiament­i climatici. Ci siamo battuti contro i rincari e per la difesa del potere d’acquisto e della previdenza vecchiaia. Ci siamo insomma focalizzat­i su quelle che sono le preoccupaz­ioni principali dei cittadini e delle cittadine. Il passo di Mirante non va comunque sottovalut­ato».

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TI-PRESS Amalia Mirante al Congresso del Partito socialista, che ha bocciato la sua candidadut­a al Consiglio diStato

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