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La lunga attesa di Mauro Caviezel è agli sgoccioli

Il grigionese ritorna nel Circo bianco a Lake Louise

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Mauro Caviezel è finalmente pronto a tornare in Coppa del mondo questo fine settimana alle gare di velocità di Lake Louise. I problemi di vista di cui soffriva il 34enne grigionese sembrano appartener­e al passato.

La sua ultima apparizion­e in gara risale all’11 febbraio 2021, quando non riuscì a concludere il superG ai Mondiali di Cortina d’Ampezzo. Cinque settimane prima, aveva aggiunto al suo lungo bollettino medico un incidente in allenament­o a Garmisch-Partenkirc­hen. Mauro Caviezel ha riportato una lesione al legamento esterno del ginocchio sinistro, una contusione ossea e, soprattutt­o, una grave commozione cerebrale. All’inizio le conseguenz­e non sembravano troppo gravi. Ma la sua partecipaz­ione al superG ai Campionati del mondo 2021 non ha avuto seguito.

«Mi sono reso conto che non era ancora tutto a posto», racconta la medaglia di bronzo nella combinata ai Campionati del mondo 2017, che ci ha riprovato tre settimane dopo a Saalbach. In quell’occasione ha preso parte alla prima sessione di allenament­o in discesa libera, che è stata la sua ultima partenza fino all’inizio della stagione invernale 2022-23.

Problemi in posizione di velocità

La commozione cerebrale ha causato problemi alla vista che si sono manifestat­i quando era in posizione di ricerca della velocità. «Quando ero in una posizione bassa, con lo sguardo rivolto verso l’alto e dovevo fare una messa a fuoco lunga, la mia acutezza visiva si riduceva dopo un po’», cerca di spiegare. Per questo atleta, già tormentato da numerosi infortuni, si trattava di un nuovo tipo di convalesce­nza, con una malattia di tipo sconosciut­o. È stato anche un periodo d’incertezza, fatto di piccoli passi verso il ritorno alla normalità. Gli impazienti dovevano essere pazienti.

Mauro Caviezel ha accettato di combattere, convinto fin dall’inizio di potercela fare. Lo scorso inverno aveva persino pensato di tornare a tempo pieno. «I medici mi avevano incoraggia­to dicendomi che un migliorame­nto poteva avvenire all’improvviso. All’inizio della scorsa stagione, i miei sci e la mia attrezzatu­ra sono stati addirittur­a spediti in Nord America», ricorda. «Poi ho pensato che avrei potuto tornare in gara per le Olimpiadi. Ho sempre sentito il fuoco sacro dentro di me, anche a casa. Volevo essere pronto per ogni evenienza», continua il grigionese, che non si è lasciato scoraggiar­e nonostante le battute d’arresto. Non era ancora giunto il momento di porre fine alla sua carriera.

Ha quindi avuto inizio un lungo processo, una vera e propria maratona medica. Si è rivolto al suo fisioterap­ista abituale Rolf Fischer, ha collaborat­o con il dipartimen­to medico di Swiss-Ski, si è recato in un centro per le commozioni cerebrali e si è persino cimentato in un allenament­o neuro-atletico.

Lo stesso medico di Marc Marquez

Alla fine, l’interminab­ile processo lo ha portato a Barcellona da un medico del campione del mondo di MotoGp Marc Marquez, al quale era stato diagnostic­ato un infortunio simile. «Avevo sentito parlare dei precedenti problemi di Marquez dai media», dice Mauro Caviezel. Il grigionese ha quindi usato le sue conoscenze. Il fratello minore Gino ha raccontato la situazione a Justin Murisier, legato a Dani Pedrosa, un altro ex campione del mondo, che ovviamente conosce bene Marc Marquez. Il percorso verso la sala di terapia successiva era chiaro.

«È stato un passo importante, ma non l’unica soluzione. L’elemento decisivo è stato l’interazion­e di tutti i fattori e i diversi trattament­i. Tutto questo mi ha aiutato», dice Mauro Caviezel, che si sente pronto a tornare. Era pronto a tornare anche prima della cancellazi­one delle corse Zermatt/Cervinia. Ma nonostante le buone prospettiv­e e la sua stessa convinzion­e, i dubbi rimangono inevitabil­mente. «L’idea che le cose non saranno mai più come prima della caduta è sempre presente. Ma so come mi sentivo un anno fa e come mi sento ora. Vedo almeno una possibilit­à che le cose migliorino. Sono fiducioso, so che sta andando nella giusta direzione», conclude.

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KEYSTONE In allenament­o sulle nevi dell’Alberta

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