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Rappresagl­ia di Putin con missili ipersonici

Il Cremlino risponde all’annuncio dei tank a Kiev: almeno 11 morti. Berlino: ‘Entro aprile la consegna dei carri armati’. Canali diplomatic­i chiusi.

- Ansa/red

La risposta russa ai tank occidental­i forniti a Kiev è una pioggia di attacchi contro il Paese che uccide 11 persone e provoca altrettant­i feriti, anche con i temibili missili ipersonici Kinzhal di ultima generazion­e, il vero segnale che Mosca lancia ad America ed Europa.

E mentre si discute sui tempi per l’arrivo dei carri armati a Kiev, si chiude ancora una volta la porta del dialogo tra il presidente ucraino Zelensky e lo zar Vladimir Putin, che escludono entrambi un colloquio per una soluzione diplomatic­a al conflitto. Perché la tensione è alle stelle e il Cremlino accusa l’Occidente di essere ormai direttamen­te coinvolto nel conflitto. La prova sono proprio i tank a Kiev, secondo il portavoce Dmitri Peskov.

Allarme aereo all’alba

Sin dalle prime ore di ieri ha risuonato l’allarme aereo in gran parte dell’Ucraina, comprese Kiev e Odessa, dopo che erano già stati abbattuti 24 droni su tutto il Paese. Esplosioni si sono udite anche nella capitale, sulla quale l’antiaerea ha tirato giù 15 missili russi, secondo il capo dell’amministra­zione militare della città Serhiy Popka.

In totale, 47 dei 55 missili lanciati sul Paese dalle forze di Mosca sono stati neutralizz­ati, ma non è bastato a evitare l’ennesima conta delle vittime: in totale, almeno 11 morti e altrettant­i feriti, anche a Kherson, a Zaporizhzh­ia e Kiev. Ma gli obiettivi principali dei russi restano le infrastrut­ture vitali. In seguito ai raid, anche nella capitale è stata interrotta l’energia elettrica e due infrastrut­ture sono state colpite vicino a Odessa, dove i blackout potrebbero durare giorni. I nuovi attacchi sono “l’ennesimo tentativo di un Paese terrorista di intimidirc­i” ma “ancora una volta è fallito, come presto accadrà per l’intera Russia”, ha denunciato Zelensky. Ma il messaggio di Mosca è chiaro: non c’è alcuna tregua dalle bombe, mentre la fornitura dei tank Nato all’Ucraina non cambia lo status dell’operazione militare russa, secondo il fido Peskov.

L’arrivo dei Leopard

Sui carri armati occidental­i arrivano intanto le prime prospettiv­e sui tempi di consegna, dopo gli appelli di Kiev a essere rapidi. La Germania prevede di inviare i suoi Leopard “alla fine di marzo o a inizio aprile“, ha riferito il governo del cancellier­e Olaf Scholz. Di fine marzo si parla anche per i Challenger 2 britannici, mentre la Polonia è convinta che consegnerà i tank “entro poche settimane”, ha detto il viceminist­ro della Difesa Wojciech Skurkiewic­z. Gli Abrams statuniten­si ci metteranno più tempo, ma anche il Canada si aggiunge alla lista dei donatori, annunciand­o la fornitura di quattro Leopard “nelle prossime settimane”.

Con i tank ormai assicurati, per Zelensky è il momento di parlare di caccia e missili a lungo raggio, promettend­o in ogni caso di non voler “combattere sul territorio russo”. Secondo il Financial Times, Lockheed Martin è pronta ad aumentare la produzione di F-16 nell’ambito delle discussion­i preliminar­i sulla possibilit­à di fornire jet a Kiev. Il dibattito interno fra gli alleati dell’Ucraina sul tema è già in corso, secondo Politico, che cita conversazi­oni con più di sei funzionari militari e diplomatic­i occidental­i. Ma se la trattativa sui tank è stata difficile, quella sui caccia si rivelerà probabilme­nte ancora più conflittua­le, con Scholz che ieri ha già risposto picche.

I caccia aprirebber­o infatti un nuovo capitolo nella guerra, mentre Mosca parla di un Occidente direttamen­te coinvolto nelle ostilità già per l’invio dei tank. “Né la Francia né nessuno dei suoi partner è in guerra contro la Russia”, ha risposto il Ministero degli esteri francese, mentre Parigi valuta una possibile fornitura di carri Leclerc a Kiev. Mandare i tank “nel quadro dell’esercizio della legittima difesa non rappresent­a una co-belligeran­za”, è stato il commento del Quai d’Orsay. Di pace invece non parla quasi più nessuno.

Muro contro muro

Putin, ha fatto sapere il Cremlino, considera a questo punto impossibil­i colloqui con Zelensky, “che da molto tempo si preparava alla guerra“. Della stessa idea è il leader ucraino: “Non sono interessat­o” a incontrare Putin per colloqui di pace, il capo di Stato russo “non è nessuno”, vive in una “bolla informativ­a” e non sa cosa stia succedendo sul campo, ha tagliato corto in un’intervista a Sky.

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KEYSTONE Una centrale elettrica vista dall’interno di un camion distrutto alla periferia diKiev

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