Giovane morta dopo il party: nessuno voleva perdere la patente
Lasciata in auto per ore. Si temevano controlli di polizia
Gli interrogatori condotti dalla polizia retica sembrano confermare la testimonianza raccolta da ‘laRegione’ poco dopo l’annuncio della morte di una 19enne del Luganese, lasciata in fin di vita al Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona da quattro giovani il pomeriggio di domenica 27 novembre dopo un rave party abusivo organizzato ai piedi della diga della Roggiasca, sopra Roveredo, a mille metri di quota. Un ragazzo presente al party aveva raccontato al nostro giornale che la giovane non stava già bene sabato sera, e che domenica, non essendo migliorate le sue condizioni durante la notte, aveva insistito affinché si facesse qualcosa. Non sono stati chiamati i soccorsi e si è atteso a lungo prima di portarla in ospedale – riferiva sempre il nostro interlocutore – perché, nello stato in cui si trovava, c’era la paura di incappare in un controllo della polizia e rischiare così di perdere la patente. Un motivo che sarebbe stato confermato da alcune persone (organizzatori a partecipanti) sentite dalla polizia grigionese. Stando alla Rsi, qualcuno si è infatti limitato ad adagiare la giovane sui sedili di un’auto, nella speranza che le sue condizioni migliorassero. E per ore e ore la si è tenuta lì, per poi, come detto, accompagnarla all’ospedale solo domenica pomeriggio quando era ormai troppo tardi. A breve la polizia consegnerà il suo rapporto alla Procura di Coira che trarrà le proprie conclusioni. Non ci sarebbero indagati, ma la situazione potrebbe cambiare. Il reato ipotizzabile si conferma quello di omissione di soccorso. Nel frattempo si è sempre in attesa dei risultati dell’autopsia condotta sulla salma della 19enne.