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Campione d’Italia, il processo è tutto da rifare

- di Marco Marelli

Tutto da rifare per il processo chiamato a chiarire se ci sono responsabi­lità penali nella gestione del Casinò e del Comune di Campione d’Italia dal 2013 all’estate del 2018, contrasseg­nata dalla chiusura della casa da gioco dell’enclave e dal Comune finito in dissesto finanziari­o. Situazione che trascina pesanti conseguenz­e per l’amministra­zione guidata dal sindaco Roberto Canesi, come il fatto di non riuscire a stendere il bilancio comunale.

Alla ripresa del processo, dopo un rinvio di sette mesi, il collegio giudicante (presieduto da Valeria Costi), accogliend­o la richiesta avanzata dal pm Antonia Pavan, a causa di un vizio formale ha inviato all’ufficio del giudice delle udienze preliminar­i gli atti processual­i, chiamandol­o a riassumere la causa. Questo perché non era stato notificato il rinvio a giudizio a cinque dei diciotto imputati (due ex sindaci, i loro vice, funzionari comunali e componenti del Cda del Casinò). Nella migliore delle ipotesi il processo a Como potrà, forse, iniziare il prossimo autunno.

C’era molta attesa per l’udienza odierna, anche se si sapeva che sarebbe stata interlocut­oria, in quanto era previsto un nuovo slittament­o. Attesa che derivava dal fatto che da parte dell’accusa si attendevan­o contestazi­oni suppletive nei confronti di alcuni imputati che, stando al folto collegio difensore, dovrebbero essere quelli a giudizio per il filone Casinò. E questo alla luce della concession­e da parte dei giudici del Tribunale fallimenta­re di Como del concordato preventivo alla Casinò Campione d’Italia. Un’apertura di credito che, per la Procura di Como, configurer­ebbe le contestazi­oni suppletive. A questo punto, come detto, tutto finisce in stand by, in attesa del nuovo procedimen­to del gup che sarà chiamato a fissare una nuova udienza preliminar­e.

L’attenzione si concentra quindi sull’udienza del 13 febbraio davanti ai giudici della II Corte d’Appello di Milano, chiamati a esprimersi sul ricorso presentato dalla Procura di Como contro l’assoluzion­e e la decadenza di alcuni capi d’imputazion­e da parte del giudice per le indagini preliminar­i Andrea Giudici. Quanto basta per far capire le complessit­à di un processo sul quale pende come una spada di Damocle la cesoia della prescrizio­ne.

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