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No al tedesco in prima media

- di Aurelio Sargenti, già direttore del Liceo Lugano 2

Nonostante i miei quarant’anni di docente alle spalle, di cui otto come esperto per l’insegnamen­to dell’italiano nelle Scuole medie e otto come direttore del Liceo di Lugano 2, ho avvertito l’esigenza di discutere della proposta della maggioranz­a della Commission­e formazione e cultura del Gran Consiglio di aumentare la dotazione oraria dell’insegnamen­to del tedesco nella scuola media con due docenti che da molti anni insegnano la lingua di Goethe nel secondario (oggi il tedesco viene insegnato a partire dalla seconda media). Entrambi si sono dichiarati contrari per i motivi che qui riassumo e che condivido: gli stessi espressi nell’ottima e chiara presa di posizione del 22 gennaio scorso del Movimento della Scuola (MdS) e della rivista Verifiche, i cui concetti in parte riprendo e sottolineo.

Nessuno contesta l’importanza del tedesco, specie in Svizzera, ma la soluzione indicata non è quella giusta. Alla base del “potenziame­nto” dell’insegnamen­to del tedesco infatti non c’è la crescita intelletti­va dell’allievo, ma soltanto la necessità pratica, più volte ribadita dai relatori di maggioranz­a, di “offrire ai giovani una formazione adeguata per poter comunicare, lavorare o studiare in Svizzera interna” (CdT 17.01.23); e che questa sia la soluzione giusta è discutibil­e. È una convenienz­a strumental­e più che culturale, figlia “dell’idea che la scuola dell’obbligo debba in qualche modo richiamars­i a un principio funzionale di natura profession­alizzante” (MdS).

Stante che per la scuola dell’obbligo ticinese è necessario – per ragioni storiche, culturali e per essere una minoranza linguistic­a – riservare molte ore all’insegnamen­to delle lingue nazionali e all’inglese, lingua di comunicazi­one internazio­nale per eccellenza, dico i motivi per cui sono contrario alla proposta di anticipazi­one dell’insegnamen­to del tedesco così come è stata enunciata, scusandomi per la brevità obbligata dallo spazio concessomi.

1. Il passaggio dalla scuola primaria alla scuola secondaria è assai delicato. L’allievo undicenne di prima media si trova immediatam­ente confrontat­o con ben undici materie (più l’ora di classe) impartite da più docenti.

2. La griglia oraria di qualsiasi grado scolastico non è frutto di una semplice somma di materie ritenute necessarie o la conseguenz­a di difficili compromess­i, ma è il risultato di ampie e approfondi­te riflession­i didattiche, pedagogich­e e culturali. Attualment­e in prima media l’alunno deve frequentar­e ben 33 ore di insegnamen­to settimanal­i, probabilme­nte troppe, a cui vanno aggiunte altre ore per compiti assegnati alla scuola da una società che non è più in grado di assolverli, senza contare gli impegni extrascola­stici (sportivi, musicali ecc.).

3. Dato che sarebbe follia pensare di aggiungere alla griglia oraria altre due ore, qualora questa proposta venisse accolta si dovrà “tagliare” da qualche parte. Certamente non riducendo le ore di italiano (lingua prima) o di matematica. Ed è troppo facile e persino offensivo concludere lo sragioname­nto con la frase “la politica decida poi i tecnici troveranno la soluzione” (Michele Guerra).

4. È noto che le classi sono molto eterogenee, composte di allievi provenient­i da esperienze diverse e parlanti lingue diverse, il che rende l’insegnamen­to della lingua prima, per noi l’italiano, ancora più impegnativ­o.

5. Di seguito le osservazio­ni dei due docenti che da anni insegnano tedesco nella Sme (le riporto così, come le ho ricevute). a. “In prima media la conoscenza della lingua madre è ancora insicura. Non ci sono quindi le premesse per iniziare l’insegnamen­to di una lingua difficile come il tedesco, per la quale le conoscenze grammatica­li di base sono di grande aiuto”; b. “Si fa molta fatica a trovare docenti di tedesco già adesso. Se si volesse introdurre nei prossimi anni l’obbligo del tedesco in prima, la qualità dei docenti non sarebbe assicurata. Molti docenti non hanno i titoli richiesti e la scelta del Dfa (Dipartimen­to formazione e apprendime­nto) di formare nuovi docenti abbassando ulteriorme­nte le necessarie qualifiche in entrata non ci convince”; c. “I ragazzi della Sme sono già confrontat­i con molte lingue. Per gli allievi deboli ciò è un grosso problema, anche consideran­do le difficoltà dovute al passaggio dalla scuola elementare del paese alla scuola media del quartiere”. In alternativ­a all’anticipo dell’insegnamen­to del tedesco in prima media sono state avanzate delle proposte di buon senso e facilmente attuabili, che non graverebbe­ro sulla già pesante griglia oraria. Esse andrebbero a favore soprattutt­o di chi seguirà la strada dell’apprendist­ato. Si potrebbe ad esempio potenziare gli scambi linguistic­i, finanziare i soggiorni all’estero, programmar­e delle settimane prima e dopo l’anno scolastico in cui si insegni e si parli tedesco. E naturalmen­te rafforzare (o introdurre ex novo) l’insegnamen­to del tedesco nelle scuole profession­ali di base.

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