La finale femminile è una questione ‘sovietica’
La bielorussa Sabalenka e la kazaka Rybakina avanti in 2 set
La finale degli Australian Open metterà di fronte la bielorussa Aryna Sabalenka (testa di serie numero 5) alla kazaka Elena Rybakina (testa di serie numero 22).
Sabalenka ha iniziato la partita in maniera troppo fallosa, subendo pure un break a zero in entrata, ma è poi riuscita a sfruttare la propria potenza per rientrare nel punteggio già al quarto game. La prima frazione si è poi decisa al tie-break, vinto senza discussioni per 7-1 dalla bielorussa. Nel secondo set Sabalenka ha trovato il break al terzo game e da lì si è involata verso la vittoria, la prima in una semifinale di uno Slam, al quarto tentativo. Linette, sostenuta da numerosi e calorosi tifosi, infatti dopo aver tenuto testa all’avversaria rispondendo in difesa con molta precisione e cercando di farla muovere appena possibile, ha ceduto, concludendo la seconda frazione sul 6-2. Sabalenka affronta l’atto conclusivo da favorita, considerando che nell’arco del torneo non ha perso nemmeno un set.
Elena Rybakina ha raggiunto per la prima volta la finale agli Australian Open, dopo aver già vinto Wimbledon l’anno scorso. La ventitreenne kazaka ha superato la bielorussa Victoria Azarenka (testa di serie 24) con il punteggio di 7-6 (7-4), 6-3. La bielorussa, che non otterrà così un terzo successo a Melbourne dopo quelli del 2012 e del 2013, non è riuscita con il coraggio a rimediare ai troppi errori commessi, tra cui numerosi doppi falli.
Nuova polemica in ‘casa Djokovic’
A fare scalpore però più che le gesta atletiche delle tenniste sono le dichiarazioni di Srdjan Djokovic padre 61enne di Novak. Mercoledì infatti, mentre il figlio eliminava facilmente Andrey Rublev, Djokovic senior veniva inquadrato in tribuna accanto a dei tifosi con delle bandiere russe, una delle quali pure con raffigurato il volto di Vladimir Putin. In Serbia del resto negli ultimi mesi si sono moltiplicati i graffiti e le manifestazioni di sostegno all’invasione russa dell’Ucraina. Immediata la reazione dell’ambasciata ucraina a Canberra che ha definito queste immagini “vergognose”.
Non è comunque la prima volta che Srdjan Djokovic esprime opinioni quantomeno avventate. L’anno scorso infatti, quando a ‘Nole’ era stato impedito l’accesso in Australia poiché non vaccinato contro il Coronavirus, aveva dichiarato che «Cristo è stato crocifisso e ha dovuto subire molte cose, ma ha sopportato ed è ancora vivo in noi. Novak è stato crocifisso alla stessa maniera, lui che è il miglior sportivo e il miglior uomo al mondo, ma resisterà».