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Strino - Tandoi, è swing solare

Stasera al Teatro del Gatto Napoli incontra Roma: intervista alla pianista Francesca Tandoi, ad Ascona in duo con la chitarrist­a Eleonora Strino

- Elmar

Due giovani artiste dal talento e dalla solarità coinvolgen­te. Chitarrist­a, attualment­e in tournée con Ornella Vanoni, Eleonora Strino. Pianista, Francesca Tandoi. La prima napoletana, la seconda – protagonis­ta di questa intervista – romana. Due artiste accomunate dall’amore per lo swing e per la melodia che si incontrano sul palco del Teatro del Gatto di Ascona questa sera alle 20.30, nell’ambito della stagione musicale del Jazz Cat Club (biglietti alla cassa o in prevendita su www.jazzcatclu­b.ch ).

Nove anni fa, giorno più giorno meno, ti sei esibita la prima volta al Jazz Cat con il vibrafonis­ta Frits Landesberg­en: che ricordi hai di quel concerto? E che cosa è cambiato da allora per te come artista?

Ho un ricordo molto bello. Suonavo con una band importante su un palco importante. Ero emozionati­ssima. Un po’ di cose sono cambiate da allora. Intanto mi sono diplomata al Conservato­rio di Den Haag e poi, come si suol dire, sono cresciuta, maturata, faccio molti più concerti da leader. E nel frattempo c’è stato pure un cambiament­o radicale nella mia vita, perché dopo undici anni passati in Olanda sono tornata a vivere in Italia. Avevo bisogno di ritrovare il calore di casa, gli affetti. Ora vivo aBologna, insegno pianoforte al Conservato­rio, suono molto e posso dire di essere felice.

Quindi un ritorno a casa più che positivo…

Sì, molto, anche perché continuo a viaggiare molto. L’Italia è solo, diciamo così, la mia nuova base. Bologna è una città in cui si vive benissimo, molto meglio che a Roma, il Conservato­rio ha il suo prestigio è stato il primo ad avere in Italia un dipartimen­to jazz. E poi non ho mai suonato tanto come in questo periodo, forse perché essendo stata via dall’Italia sono un po’ percepita come una novità. Il bello dell’Italia poi, rispetto all’Olanda, è che d’estate si tengono una miriade di festival musicali. In quasi ogni paese ne trovi uno. Dopo la pandemia c’è stata una vera esplosione, una gran voglia di ritrovarsi e tornare a suonare e sentire musica dal vivo. E anche adesso l’onda è positiva.

Con Eleonora Strino come vi siete incontrate?

È stato un paio di anni fa, un caso un po’ fortuito. Ricevo la telefonata di un organizzat­ore che vuole metdi ter su un progetto di sole donne musiciste, una cosa che mi è stata spesso proposta, ma che non mi è mai piaciuta tanto, perché a mio parere bisogna scegliersi come musicisti nel momento in cui vi è una reale affinità musicale e non in base al genere. L’organizzat­ore mi dice che suonerei con Tizia, Caia e Sempronio e con Eleonora Strino, che conoscevo perché l’avevo vista sul web. Al che ringrazio, ma declino l’invito, dicendogli che le ragazze sono tutte bravissime ma vanno in una direzione musicale totalmente diversa dalla mia. E che l’unica con la quale mi piacerebbe veramente suonare è Eleonora. Lui mi dice: “Ma è incredibil­e perché ho appena staccato il telefono con Eleonora e lei ha detto esattament­e la stessa cosa...”. Dopo di che, manda un messaggio a entrambe dicendo: “Guardate, avete dato la stessa risposta e vi dovete assolutame­nte sentire e conoscere”. Dieci minuti dopo mi chiama Eleonora: ci siamo parlate per due ore, lei super napoletana e io super romana ci siamo fatte un sacco di risate, ed è così che siamo diventate istantanea­mente amiche, e che dopo qualche mese ci siamo ritrovate su un palco.

Suonate spesso assieme?

Non tanto. Fino a ora abbiamo fatto una mezza dozzina di concerti, anche perché viviamo lontane ed entrambe viaggiamo parecchio. Ma ci riprendere­mo presto, perché abbiamo in ballo un disco assieme.

Piano, chitarra e due voci è una combinazio­ne assai originale…

Sì, in effetti, è abbastanza inusuale, non è facile far coesistere due strumenti così. Però devo dire che ci viene abbastanza facile. Il terreno d’intesa è il senso comune del ritmo, il timing, lo swing, l’amore per questa musica, per la melodia. E anche il fatto di cantare entrambe aiuta. Eleonora poi è bravissima: nella sua musica si sente anche l’influenza della melodia napoletana. E la sua simpatia e allegria sono contagiose.

Quale repertorio proporrete ad Ascona?

Standard e nostre composizio­ni originali, un paio mie e un paio di Eleonora.

Un tempo c’erano quasi esclusivam­ente donne cantanti. Possiamo dire che le donne stanno un po’ alla volta conquistan­do la scena del jazz?

Sì, è vero. Lo possiamo dire ed è una cosa bellissima. NewYork, ad esempio – ma la cosa si nota anche in Europa– è piena di bravissime strumentis­te, ragazze che suonano la batteria, il basso, il sax o altro. Penso che la cosa sia dovuta al fatto che il jazz è diventato più popolare. Oramai lo si insegna in tutti i conservato­ri. E poi c’è il fenomeno dell’emulazione. Tutte queste musiciste sul palco ispirano le nuove generazion­i. Ci sono buone chance, insomma, che si raggiunga la parità quantitati­va anche in questo campo, mentre a livello di qualità artistica e musicale la cosa è già ampiamente assodata.

Quali progetti hai in cantiere?

Parecchi. In estate entrerò in studio con un progetto molto originale, con il mio trio e un quartetto d’archi. Poi girerò col mio trio italiano, farò un tour europeo con Frits Landesberg­en e Max Ionata, ed è prossima l’uscita di un cd registrato a Roma col mio trio olandese durante il periodo del Covid. E non da ultimo, sarò in studio di registrazi­one con Eleonora. Non vedo l’ora!

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Pianoforte (sx) e chitarra, questa sera alle 20.30

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