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E-mail, password, Wifi Che cosa fare e cosa no

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Le informazio­ni sullo stato di salute di un paziente sono estremamen­te confidenzi­ali e vanno gestite con grande responsabi­lità, dotandosi dell’adeguata tecnologia. Una ulteriore sfida per tanti profession­isti. «I nuovi studi sono digitalizz­ati, ma c’è anche chi convive tra cartaceo e digitale. Dobbiamo confrontar­ci con questi attacchi dinamici e instaurare sistemi di protezione. Penseremo a momenti d’informazio­ne», ci spiega Nello Broggini. Il vicepresid­ente dell’Ordine dei medici tiene a sottolinea­re che la categoria è già sommersa da una valanga di lavoro amministra­tivo: «Tutto ciò complica ulteriorme­nte l’attività di uno studio». Al riguardo, l’incaricato federale per la protezione dei dati ha stilato una serie di consigli semplici, pratici e non costosi per gli studi medici, giudicati in generale ‘carenti’. Vediamone alcuni. L’accesso al server va protetto (password o chiave Usb contenente dati biometrici) e i dati sensibili vanno cifrati. Se i dati vanno persi o distrutti, serve un piano B, ossia una procedura di ‘backup’.

Attenzione perché il diavolo può nasconders­i nei dettagli. Se la stampante è incustodit­a, non vanno lasciati in bella vista documenti coi dati dei pazienti. In ricezione, gli schermi vanno posizionat­i in modo tale che terzi non possano vedere il monitor, ovviamente l’accesso va protetto con una password (non lasciarla su un post-it) o con una chiave Usb biometrica e tutti gli accessi vanno registrati. Passiamo al pc del medico: quando è assente, va bloccato, protetto con password. Per chi si porta il lavoro a casa, la soluzione migliore è quella di salvare su un portatile i dati cifrati; il computer va protetto da occhi indiscreti (ad es. familiari). Prudenza con internet: oltre all’installazi­one di un firewall hardware, andrebbe previsto un pc appositame­nte per la navigazion­e in Internet. Non deve tuttavia essere collegato alla rete Lan dello studio medico. Non eseguire download da Internet utilizzand­o il server dello studio medico. Infine, le e-mail: quelle private vanno spedite da indirizzi privati, quelle relative ai pazienti soltanto da e-mail cifrati; non utilizzare l’applicazio­ne di posta elettronic­a per gestire documenti o, ancora peggio, per costituire un dossier elettronic­o del paziente. Seguendo queste semplici indicazion­i ci si mette al riparo da spiacevoli esperienze.

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