Sigg: ‘Il caso Berset è una delle maggiori crisi politiche’
La sua popolarità tra gli elettori, però, resta altissima
Berna – In un’intervista rilasciata alla NZZ am Sonntag, l’ex portavoce del Consiglio federale Oswald Sigg ha dichiarato di considerare la vicenda Berset come una delle maggiori crisi politiche del Paese. A suo avviso il trattamento preferenziale di un singolo mezzo di comunicazione potrebbe essere considerato una sorta di corruzione. La fuga di notizie potrebbe anche aver influenzato anche le decisioni del Consiglio federale. Dopotutto, se qualcosa è sulla prima pagina del Blick, è difficile che l’esecutivo decida diversamente, ha affermato Sigg. Una delle peggiori conseguenze della vicenda comunque è che dà l’impressione di una collusione tra politica e media e questo indebolisce i media e la democrazia.
Per Sigg, è inoltre “plausibile” che Berset non sapesse delle indiscrezioni. Ma questo non ha alcuna importanza. In qualità di superiore, un consigliere federale deve essere al corrente di ciò che fa il suo addetto stampa e di come lavora. E se non lo sapeva, anche questo è un problema.
Non va dimenticato che Berset ha guidato il Paese durante la crisi pandemica. Ma per Sigg è anche chiaro che il ministro della Sanità si è trovato in una posizione favorevole anche grazie alle notizie positive dei media di Ringier. Ora – sempre secondo Sigg – il danno è stato fatto e questa vicenda farà sicuramente più male a Berset di tutte le precedenti.
I sondaggi
Berset rimane tuttavia molto popolare, malgrado la vicenda delle presunte fughe di notizie sulle misure Covid, stando a un sondaggio rappresentativo condotto dall’istituto di ricerca Sotomo sempre per conto della NZZ am Sonntag.
Il socialista friburghese si piazza al terzo posto per simpatia, proprio come a ottobre. Solo Viola Amherd (Centro) e Elisabeth Baume-Schneider (Ps) sono più popolari. Mentre il ministro degli esteri Ignazio Cassis è ancora all’ultimo posto. Secondo il domenicale, appena un terzo degli intervistati crede che Berset non fosse a conoscenza della presunta fuga di informazioni riservate che il suo capo della comunicazione Peter Lauener avrebbe fornito all’editore Ringier, ma il 64% ritiene che non debba dimettersi. Solo tra i sostenitori dell’Udc circa due terzi sono favorevoli alle dimissioni, mentre in tutti gli altri partiti il ministro socialista può contare su una maggioranza di consensi.
La maggioranza dei partecipanti inoltre pensa che la colpa principale della vicenda non sia di Berset, ma di tutte le altre parti coinvolte. Due terzi degli intervistati ritengono responsabile Lauener.