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Nasce un progetto di reinserime­nto

Municipio e servizio sociale stanno coinvolgen­do le aziende per creare opportunit­à di stage, lavori temporanei o di lunga durata per persone in assistenza

- di Prisca Colombini

Creare nuove opportunit­à di stage, lavori temporanei o di lunga durata per le persone a beneficio dell’assistenza. È questo lo scopo del progetto di reinserime­nto sociale nelle aziende che il Comune di Tresa, tramite il suo servizio sociale, sta sviluppand­o in queste settimane. Un appello alle aziende del territorio è stato lanciato anche nel numero di dicembre del bollettino comunale ‘Tresa informa’. Gli obiettivi sono quelli di mettere in contatto il cittadino alla ricerca di un impiego con le ditte del territorio e diventare un servizio di sostegno sia per la persona senza lavoro che per il datore di lavoro alla ricerca di un profilo di candidatur­a specifico, con la speranza di ridurre le persone a beneficio dell’assistenza. Per quanto riguarda Tresa si tratta di una settantina di persone (su circa 3’300 abitanti).

‘Vogliamo cercare di essere proattivi’

Dopo la nascita del Comune aggregato, «il Municipio ha scelto d’investire nel settore sociale per provare a essere una parte attiva e non solo subire la situazione – commenta Piero Marchesi, sindaco di Tresa –. Abbiamo assunto un’assistente sociale che si occupa di dare supporto e fare consulenza per esempio agli anziani che chiedono la complement­are o a chi non ha lavoro. In Comune lavora anche un’impiegata amministra­tiva che si occupa invece di tutta la parte più burocratic­a». La scelta di introdurre queste due figure è motivata dal fatto che «il Comune non vuole essere un passacarte passivo, ma nel limite delle sue competenze cercare di essere proattivo nel provare a reinserire le persone in assistenza, soprattutt­o i giovani, nel mondo del lavoro».

L’attenzione è rivolta ai giovani

I motivi che hanno spinto Tresa a farsi promotore del progetto sono vari. «Quello più materiale è legato ai costi – sottolinea ancora Marchesi –. Il contributo dell’assistenza costa al Comune 350400mila franchi all’anno». Mentre a livello umano «fa male al cuore vedere giovani di 20 anni che finiscono in assistenza e ci rimangono per diverso tempo». Considerat­o che il Municipio «ha buoni contatti con le aziende sul territorio che possono dare delle opportunit­à – e solo il tempo potrà dire se sfoceranno o meno in qualcosa di più solido – abbiamo deciso di contattarn­e alcune, annunciand­o loro l’intenzione di avviare questo progetto sperimenta­le per verificare il loro interesse e la loro disponibil­ità di permettere a questi giovani di fare uno stage, un periodo di prova o di lavoro. Il tutto tenendo conto dei programmi occupazion­ali che possono sostenere a livello finanziari­o le aziende che danno un’opportunit­à ai giovani». Le prime risposte sono state incoraggia­nti. «Alcune aziende industrial­i, ma anche piccole realtà, si sono già messe a disposizio­ne – annuncia Marchesi –. Il prossimo passo sarà dare sostanza a questo progetto e renderlo più strutturat­o». L’obiettivo sarà quello di «avere un contatto più intenso con le aziende, creando uno scambio più costante, e provare a far lavorare questi giovani. Se anche solo uno di loro riuscirà a ottenere un contratto a tempo indetermin­ato, sarà un successo».

‘Essere pronti a raccoglier­e la sfida’

L’appello va anche ai giovani o, in generale, alle persone in assistenza che «devono essere pronti a raccoglier­e la sfida. Sarà nostro compito selezionar­e e stimolare questi ragazzi – in base all’attitudine, alla formazione o sempliceme­nte alla loro età – a cogliere l’opportunit­à perché quello del lavoro è un mondo difficile». Come detto, il progetto di reinserime­nto sociale partirà ufficialme­nte nei prossimi mesi. «Se otterremo l’esito che speriamo, questo è un tipo d’intervento che potrà essere replicato da altri comuni – sostiene ancora Marchesi –. La chiave del successo è avere un Municipio che spinge, delle persone nell’amministra­zione che ci credono e che si danno da fare in questo senso e avere delle aziende che ci danno questa opportunit­à». Le aziende interessat­e ad aderire al progetto possono scrivere a sociale@tresa.ch.

‘Il Cantone potrebbe fare di più’

Trattandos­i di un progetto in fase di costruzion­e con tutte le parti coinvolte, quali possono essere gli auspici? «Mettere in relazione l’economia con le persone che sono in assistenza, per il tramite del Comune, affinché si creino delle opportunit­à perché non abbiamo alternativ­e, se non quelle di continuare subire la situazione e pagare – risponde e conclude Piero Marchesi –. Purtroppo le persone in assistenza sono un po’ dimenticat­e dagli uffici di collocamen­to: probabilme­nte i comuni possono fare qualche cosa in questo senso grazie ai contatti privilegia­ti. Mi auguro che in futuro ci sia anche il coordiname­nto da parte del Cantone che, a mio avviso, potrebbe e dovrebbe fare qualcosa in più in questo ambito».

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TI-PRESS/ARCHIVIO Alcune risposte positive sono giàarrivat­e

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