Reazione nella ripresa e il Lugano salva un punto
I bianconeri, sotto tono per tutto il primo tempo, hanno concesso il pareggio al Grasshopper, raggiunto soltanto all’89’ con un gol dell’argentino
Dopo i tre punti strappati al Tourbillon con un gol ben oltre il 90’, dalla sfida casalinga con il Grasshopper il Lugano si aspettava una conferma sul piano del risultato che andasse a sostenere le ambizioni della conquista del secondo posto in classifica. Stavolta i bianconeri non sono andati oltre il pareggio, al termine di una sfida che ha suddiviso in parti uguali perplessità e certezze. Da una parte le difficoltà incontrate soprattutto in un primo tempo durante il quale la squadra di Croci-Torti ha quasi costantemente subito la manovra avversaria, dall’altra una ripresa lungo la quale i bianconeri hanno premuto alla ricerca del pareggio, mostrando quel desiderio di resilienza diventato una sorta di marchio di fabbrica e che ha portato al gol del pareggio all’89’, a firma Ignacio Aliseda.
Inizio titubante
In sede di presentazione, Mattia Croci-Torti aveva messo in guardia sulla capacità del Gc di Giorgio Contini di imbrigliare il gioco degli avversari. E così è stato: con un 4-1-4-1 molto accorto, ma capace di proiettarsi in avanti con gli inserimenti dell’ottimo Carvalho e di Abrashi, le cavallette hanno costantemente tenuto sul chi vive un Lugano che rispetto a Sion ha dovuto rinunciare a Mai e Hajdari (infortunati), sostituiti da Hajrizi e Valenzuela. L’infortunio occorso ad Allan Arigoni dopo appena 18’ (probabile lussazione della spalla sinistra) ha ulteriormente destabilizzato le geometrie di una squadra incapace di imporre il suo ritmo alla partita e di arrivare con pericolosità dalle parti dell’area avversaria. Così, in tutti i primi 45’ le due squadre hanno messo assieme una sola conclusione, quella che a tre minuti dalla pausa ha permesso a Kawabe di portare in vantaggio gli ospiti (con una certa complicità della retroguardia bianconera, incapace di spazzare l’area dopo una punizione di Schmid). «Nel corso del primo tempo non abbiamo mostrato la solita aggressività con il pallone – è il commento del tecnico luganese –. Eravamo sempre in ritardo e, come se non bastasse, ci siamo caricati di cartellini gialli. Non vuole essere una scusante, ma l’infortunio di Arigoni ha tolto equilibrio alla squadra: Espinoza e Amoura non avevano mai giocato assieme e lo si è visto nei problemi di comunicazione proprio sulla fascia destra. Alla pausa abbiamo deciso di spostare un po’ gli uomini ed è andata meglio».
Decisiva, ancora una volta, la panchina
In effetti, pur senza brillare, nella ripresa il Lugano ha preso in mano le redini del gioco, alzando – per quanto a intermittenza – il ritmo della partita. Le occasioni non sono fioccate, anzi a farsi più pericoloso in un paio di circostanze è stato proprio il Grasshopper con Carvalho e Dadashov, ma la pressione è stata costante e nell’aria aleggiava la percezione che l’azione giusta sarebbe potuta arrivare da un momento all’altro. E proprio come a Sion, quando a decidere la sfida era stato un assist di Macek per Celar, anche contro le cavallette la panchina si è rivelata determinante. Alla pausa, Croci-Torti ha mandato in campo Aliseda al posto di un evanescente Amoura e all’89’ è stato proprio l’argentino, dopo aver chiesto un uno-due in area a Celar, a spostarsi la palla sul sinistro e trafiggere Moreira in uscita per un gol del pareggio che, giunti a quel punto, sembrava francamente irraggiungibile. «Sono contento della reazione avuta nel secondo tempo, la squadra ha dimostrato di voler vincere. Forse avremmo potuto pareggiare un po’ prima e, addirittura girarla, ma non abbiamo mai perso la testa. Ancora una volta sono stati decisivi gli uomini entrati dalla panchina e il gol l’abbiamo trovato non per caso, ma con una manovra ragionata. Alla fine, non posso dirmi scontento: in campo c’è sempre un avversario e occorre tenerne conto. Inoltre il nostro approccio alla partita non è stato dei migliori. Nel complesso, ho visto più aspetti positivi che negativi, ma se si vuole vincere è necessario giocare bene tutti e due i tempi, non uno soltanto».
Il Lugano può dunque preparare con serenità la trasferta di domenica a Winterthur. Anche se l’infortunio di Arigoni desta qualche preoccupazione e non è detto che la società non debba tornare sul mercato... «Con Mai e Hajdari fuori, dietro eravamo un po’ corti. L’importante è che Allan non debba finire sotto i ferri, in quel caso saremmo costretti a muoverci». Non resta che attendere i risultati degli esami ai quali il laterale destro si è sottoposto già nella giornata di ieri.