DeSantis lancia la sfida a Trump, con l’aiuto di Musk
Candidato alle primarie repubblicane via Twitter
Washington – Il governatore repubblicano della Florida che aspira a strappare la nomination repubblicana a Donald Trump esce alla scoperto, dopo aver atteso a lungo come quell’alligatore nella palude pronto ad azzannare che compare nella pagina nera del sito RonDeSantis.com. E lo fa con una mossa controversa ma che gli garantisce un’ampia platea di potenziali elettori, scegliendo per l’annuncio della sua discesa in campo una conversazione su Twitter Spaces, piattaforma audio di Twitter, insieme al Ceo della società che cinguetta Elon Musk, suo ammiratore e sostenitore con oltre 140 milioni di follower (oltre ai 4,2 dello stesso DeSantis): un’audience ben più ampia di quella delle tv americane. “Penso che sia piuttosto rivoluzionario che un annuncio del genere avvenga sui social media”, ha sottolineato il patron di Twitter. In effetti è la prima volta che un candidato presidenziale lancia la sua corsa su internet, anche se subito dopo il leader della Florida ha promesso un’intervista a Fox News, il network conservatore che ha voltato le spalle a Trump stendendo il tappeto rosso a quello che è considerato – anche nei sondaggi – il suo principale rivale. La campagna di De Santis è ora pronta a decollare, con un super Pac (‘Never back down’) che ha in cassa 200 milioni di dollari e sta reclutando un esercito di persone per bussare porta a porta agli elettori degli Stati dove partiranno le primarie repubblicane.
Il tycoon: ‘Sleale e senza carisma’
La scelta dell’annuncio su Twitter con Musk gli ha già attirato molte critiche. A partire dall’entourage del tycoon. “Questo è uno dei lanci di campagne più fuori dal comune nella storia moderna. L’unica cosa peggiore del lancio di una campagna di nicchia su Twitter è l’after party ultra-élite di DeSantis al lussuoso resort Four Seasons di Miami”, ha attaccato Karoline Leavitt, portavoce di Make America Great Again, il comitato elettorale che sostiene Trump. “L’annuncio su Twitter è perfetto per DeSantis, in questo modo non deve interagire con le persone e i media non possono fargli domande”, gli ha fatto eco un consigliere del tycoon.
L’ex presidente ha sparato a raffica su Truth, accusando ‘Ron DeSanctus’di essere “sleale”, di non poter vincere le elezioni generali e di non avere carisma: “Ha disperatamente bisogno di un trapianto di personalità e, da quanto ne so, non è ancora disponibile da un punto di vista medico”.
La mossa del governatore della Florida ha i suoi vantaggi, a partire dall’ampia platea social fino al coinvolgimento dell’uomo più ricco del mondo (benché sia anche uno dei più controversi), pronto a dargli il suo endorsement dopo essersi convertito dal voto a Joe Biden (“me ne sono pentito”) al sostegno del partito repubblicano. Ma lo espone agli strali di chi gli rimprovera di tenersi lontano dal confronto pubblico, soprattutto con il quarto potere: nella sua ultima trionfale campagna per la rielezione non ha concesso una sola intervista ad alcun media mainstream.
Un duro che tiene famiglia
Avvocato con studi ad Harvard e Yale, ex ufficiale di Marina inviato anche (come legale) in Iraq e a Guantanamo (dove non mancano le ombre), tre figli e una ex reporter tv come moglie-consigliera con ambizioni da first lady, il 44enneDeSantis è considerato una versione giovane, colta e disciplinata di Trump ma più ideologica. Per The Atlantic è il governatore più autoritario degli Stati Uniti. Finora ha amministrato a colpi di crociate pro armi e contro le restrizioni della pandemia, gli immigrati (spediti in bus negli Stati dem), l’aborto, i diritti Lgbtq+, l’insegnamento agli studenti della teoria critica della razza (oggi una scuola ha bandito il poemetto ‘The hill we climb’, scritto dalla poetessa afroamericana Amanda Gorman) e dell’orientamento sessuale, fino a scontrarsi in tribunale con Disney sulla legge ‘don’t say gay’. E con qualche scivolata in politica estera, come quando ha derubricato la guerra in Ucraina a “disputa territoriale”. La sua ricetta è proporre il modello che ha plasmato nel suo Stato, insomma ‘Make America Florida’. Da vedere cosa ne pensa il resto del Paese.