Curafutura in agguato sulla pianificazione
Vari cantoni ridisegnano l’offerta ospedaliera. L’associazione degli assicuratori pensa a un ricorso ‘esemplare’. Il Ticino? Il direttore Zängerle non lo esclude.
Lugano – Lo scorso anno il Parlamento ha approvato una modifica dell’articolo 53 della Legge federale sull’assicurazione malattie (Lamal): prevede che le associazioni degli assicuratori malattia possano fare ricorso contro le decisioni dei cantoni in materia di pianificazione ospedaliera. La modifica della relativa ordinanza dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1o gennaio. Curafutura – una delle due associazioni mantello del settore (l’altra è Santésuisse) – conta di farne uso. Nel collimatore ha diversi cantoni. Il Ticino è tra questi.
«Il progetto di pianificazione ospedaliera [presentato due mesi fa dal Consiglio di Stato, ndr] è troppo poco ambizioso», ha dichiarato a ‘laRegione’ Pius
Zängerle . A margine del tradizionale incontro annuale con i media, svoltosi ieri a Lugano, il direttore di Curafutura ha ventilato la possibilità di inoltrare un ricorso ‘esemplare’ contro una o l’altra pianificazione cantonale. Si tratterebbe di «creare un precedente». In altre parole: di lanciare un segnale contro progetti che ridisegnano il panorama ospedaliero nei singoli cantoni senza tener sufficientemente conto di «costi e qualità» dell’offerta.
Osservati speciali L’anno delle decisioni?
L’associazione insiste da tempo sulla necessità per i cantoni di adottare un approccio regionale in quest’ambito, come in anni recenti è stato fatto qua e là nella Svizzera centrale. Inoltre, scriveva Curafutura nel marzo del 2022, “bisogna evitare che tutti gli ospedali offrano l’intero ventaglio di prestazioni, altrimenti c’è il rischio che si cannibalizzino a vicenda”. Solo pochi giorni fa, dalle colonne de ‘La Domenica’, Zängerle criticava “la mancanza”, in Ticino come nel resto della Svizzera, di “una pianificazione ospedaliera degna di questo nome”, che “ha creato nei decenni doppioni e sprechi che pesano sui conti pubblici e spingono in alto i premi con gli effetti che conosciamo”. Dobbiamo quindi attenderci un ricorso contro la nuova pianificazione ospedaliera cantonale, ora all’esame del Gran Consiglio? «Aspettiamo il prossimo anno, poi vedremo». Il lucernese, comunque, almeno questo lo conferma: il Ticino – nel Paese che vanta la maggior densità di nosocomi al mondo – è fra i cantoni tenuti d’occhio. Aumento dei costi, inevitabile aumento dei premi. Anche quest’anno il ritornello si ripete (vedi sotto). Curafutura spera però che il 2023 «sia finalmente l’anno delle decisioni» su «riforme importanti» che «avanzano troppo lentamente», ha detto Céline
Antonini , responsabile per la Svizzera italiana. L’associazione caldeggia tre progetti: il nuovo tariffario medico Tardoc, destinato a sostituire il Tardoc (si è in attesa di una decisione del Consiglio federale); il finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie (il progetto ‘Efas’ si trascina dal 2009 in Parlamento; la prossima settimana il Nazionale tenterà di appianare le divergenze restanti); e la revisione dei margini dei farmacisti sulla vendita dei medicamenti (la proposta degli attori interessati è all’esame del Consiglio federale).
A Sud delle Alpi, intanto, un contributo al contenimento dei costi e dei premi lo dà mediX. Fondata nel 2020, la prima rete di medici di famiglia in Ticino mira anzitutto a migliorare la qualità della medicina di base. In particolare grazie ai 10 circoli di qualità presenti nel cantone, ai quali partecipano 120 medici di famiglia. La rete ha concluso partenariati con i maggiori assicuratori malattia. In tre anni il numero di assicurati è cresciuto in maniera costante passando da 26’320 a 41’410: quasi il 12% della popolazione ticinese, ha indicato il dottor
Christian Garzoni, presidente di mediX.