Il sorriso torna grazie ai rigori: ‘Giù il cappello’
Il Lugano trova i primi punti del 2024 superando il Bienne in un incontro molto equilibrato. Schlegel: ‘Potevamo chiuderlo prima, ma anche perderlo’
Lugano – Quando le cose vanno male è difficile invertire la rotta, mentre quando vanno bene è più facile cavalcare l’onda positiva. Alla luce di questo assunto, anche banale, la vittoria di un Lugano reduce da tre sconfitte consecutive contro il Bienne, che nelle ultime sei partite viaggiava alla media di due punti, assume ancor più valore. Bianconeri e Seeländer danno vita a un incontro equilibratissimo, la cui conclusione ai rigori non fa una grinza. Due volte in vantaggio grazie ad Arcobello il Lugano si fa raggiungere prima da Künzle e poi da Lööv e deve poi stringere i denti in un terzo tempo in cui gli ospiti fanno grande possesso e concludono in porta tredici volte contro tre, senza sfruttare due superiorità numeriche. Nel finale di periodo e nel supplementare sono invece i padroni di casa a non sfruttare due powerplay. Solo ai rigori la differenza è netta con quattro realizzazioni su cinque del Lugano (a segno Arcobello, Ruotsalainen, Fazzini e Joly) rispetto al due su quattro (Brunner e Kessler) biennese. Pure in parità, tanto per gradire, il computo dei ferri, colpiti prima da Olofsson e poi da Arcobello. Un altro merito è stato evitare che i bernesi potessero condurre nel punteggio: «È stata una partita strana, l’abbiamo vinta grazie a un buon collettivo e alle doti dei nostri rigoristi: giù il cappello a loro – riassume il portiere Niklas Schlegel –. In allenamento mi fanno diventare matto, ma ieri queste reti ci hanno garantito due punti importanti per la classifica. Avremmo però potuto e dovuto chiudere prima la contesa, penso alle possibilità che abbiamo avuto nell’overtime in powerplay, ma siamo anche andati vicino a perdere. Abbiamo commesso qualche errore di troppo, soprattutto nella nostra zona difensiva, che sarebbero potuti costare carissimo. Abbiamo veramente rischiato troppo».
Il suo rientro dopo l’assenza per malattia si è rivelato fondamentale. Ci ha provato anche Andersson, ma il dolore gli ha fatto alzare bandiera bianca a inizio terzo tempo. «La mia prestazione? Posso essere contento, avremmo potuto veramente pagare a caro prezzo questi nostri errori. Complimenti al Bienne, un valido antagonista, molto veloce e bravo in ripartenza. Ha anche tirato bene i rigori, ma non abbastanza per batterci». La grande curiosità era però rivolta al debutto di Mario Kempe: il centro svedese non si è visto molto (al pari dei suoi compagni di linea Fazzini e Ruotsalainen), ma quando si è ritrovato con il disco sul bastone lo ha sempre gestito con lucidità e pulizia, ricevendo in cambio da Gianinazzi spazio nelle unità speciali, mentre la percentuale di ingaggi vinti si attesta su un basso 38,5%. Particolarmente riuscita invece la prova della quarta linea, più volte pericolosa, in particolare grazie all’ottimo lavoro di Verboon. Ovviamente promossa a pieni voti la seconda linea, mentre la prima è stata meno efficace del solito, con Thürkauf comunque onnipresente come sempre, mentre Joly ha faticato a unire la concretezza al solito estro e Morini appare in un ruolo non adatto alle sue caratteristiche.
Il primo successo del 2024 è cosa fatta e questo è l’aspetto più importante. La truppa di Gianinazzi può dunque intraprendere l’odierna trasferta verso Rapperswil con rinnovata serenità, ora si tratta di confermare le belle sensazioni.