Il mal dai denti
Zurigo – Sono organizzati come un esercito di soldati, comandati da criminali informatici che li utilizzano come ‘cavallo di Troia’ per piegare i siti web delle aziende. Così, gli ignari proprietari dei dispositivi per l’igiene orale se ne stanno apparentemente tranquilli nel bagno di casa, ma, diversamente, contribuiscono a un attacco informatico su larga scala.
La maggior parte degli spazzolini elettrici moderni (circa 3 milioni quelli ‘deviati’), infatti, sono programmati con Java su cui, malviventi, hanno installato un malware, ovvero tipologie di software intrusivo o malevolo, inclusi i virus informatici. Basta un comando, dunque, affinché questo esercito telecomandato richiami simultaneamente le pagine internet di un’impresa elvetica: il sito crolla e rimane paralizzato per quattro ore. Il risultato? Danni per milioni di franchi. Quello che sembra uno scenario da film hollywoodiano è realmente accaduto e dimostra quanto siano diventati versatili gli attacchi digitali: “Ogni dispositivo connesso a Internet è un potenziale bersaglio e può essere utilizzato in modo improprio per un attacco”, ha spiegato Stefan Züger, dirigente alla filiale elvetica di Fortinet, società statunitense specializzata nella sicurezza informatica, all’Aargauer Zeitung. Non importa se si tratta di un babyphone, di una webcam o... di uno spazzolino elettrico.
Il numero di attacchi cibernetici è in aumento anche in Svizzera. Lo scorso anno sono stati segnalati all’Ufficio federale della cibersicurezza quasi 50mila episodi di tal tipo, il 43% in più rispetto all’anno precedente.