Prestazione tattica coronata dalla zampata di Steffen Il Lugano espugna il St. Jakob-Park con una prova intelligente, nella quale ha creato poco, ma ha pure limitato i rischi. Un segnale al campionato e alla Coppa
Il massimo risultato con il minimo sforzo. Sarebbe ingeneroso definire in questo modo la vittoria del Lugano al St. Jakob-Park di Basilea, perché centrare il secondo successo in trasferta del 2024 non è stato un gioco da ragazzi. C’è voluta una prestazione tattica di spessore, con una squadra capace, quando necessario, di chiudere gli spazi davanti a Saipi e concedere il minimo indispensabile (ma proprio il minimo) di occasioni ai padroni di casa renani. Fatta eccezione per l’incursione iniziale (8’) di Kololli che ha però concluso sul corpo di Saipi in uscita e per la doppia chance a tempo scaduto con il colpo di testa di Schmid prima (grande elevazione, ma palla colpita in precario equilibrio) e la conclusione a botta sicura di Demir, sulla quale si è immolato Hajrizi per una respinta che vale un gol, i rossoblù hanno trovato molto raramente l’opportunità di rendersi pericolosi.
Un’occasione, un gol
Il minimo sforzo, per contro, il Lugano lo ha profuso sul fronte offensivo, tant’è che gli è bastata una sola occasione degna di questo nome per portarsi a casa – in maniera per nulla immeritata – i tre punti di una sfida importantissima ai fini di una classifica che a ridosso del sesto posto assomiglia sempre più al gioco delle sedie musicali: tra undici partite, quando la musica della prima fase si concluderà, qualcuno si ritroverà improvvisamente con il sedere per terra. I bianconeri hanno compiuto un sostanzioso passo avanti grazie a uno dei loro uomini di maggior classe, quelRenato Steffen invisibile (anzi, a volte irritante) per tutta la partita, ma che si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto per firmare il gol-vittoria... «Da quando è a Lugano, Renato ha sempre postato statistiche di prim’ordine – ha commentato Croci-Torti a fine partita –. Difficile che, tra gol e assist, sul tabellino non spunti il suo nome. Oggi ha faticato un po’, anche perché reduce da un periodo di malattia, ma nell’unica occasione avuta ha fatto una giocata che a molti altri non sarebbe riuscita, andando ad anticipare Beney per liberare la conclusione».
Anche Mai in infermeria
Al di là dello splendido movimento del nazionale rossocrociato, la manovra offensiva del Lugano ha faticato a trovare ossigeno. Tuttavia, come già ricordato in più occasioni, è difficile chiedere di più a una squadra alla quale manca quel tocco di fantasia che potrebbero garantire elementi quali Aliseda e Bottani. Quello attuale, complici i numerosi infortuni, è un Lugano più operaio e che, all’immagine del suo allenatore, sa fare di necessità virtù. E lo ha dimostrato, per l’ennesima volta, dopo appena mezz’ora di gioco, quando il Crus è stato costretto a togliere dal campo Lukas Mai, infortunatosi al volto al 17’ in un contrasto con Barry... «È la terza volta in quattro partite, dopo Doumbia e Cimignani, che perdo un giocatore dopo appena mezz’ora di gioco. Abbiamo dovuto stravolgere l’assetto difensivo e il nostro modo di costruire a tre, tuttavia la squadra ha dato prova, ancora una volta, di sapersi adattare molto bene a tutte le circostanze di un match. Per quanto riguarda Mai, non si tratta di commozione cerebrale, ma il colpo subito gli ha fatto gonfiare a tal punto lo zigomo sinistro da non riuscire più a tenere aperto l’occhio. Ovviamente, l’unica soluzione era rappresentata dalla sua sostituzione». Dire che dalle parti di Cornaredo piove sul bagnato appare pleonastico, tuttavia a volte è bene rammentarlo...
Gli ultimi 30 sterili metri
Se a centrocampo il Lugano ha ritrovato dopo la squalifica un Sabbatini lucido e preciso (splendido il centro con cui ha servito a Steffen il pallone della vittoria) e un Belhadj sostanzioso portatore d’acqua, qualcosa, come detto, manca dai trenta metri in su. I bianconeri dovrebbero poter usufruire dell’estro di Mahou, ma il francese sembra ancora fuori condizione e dopo gli sprazzi messi in mostra mercoledì con il Gc, a Basilea non ha cavato un ragno dal buco, incapace di saltare l’uomo o di essere un prezioso alleato per i compagni negli spazi stretti. Con queste premesse, aggiunte alla scarsa vena di un Bislimi che Croci-Torti ha voluto affiancare a Vladi, è logico che alla prima punta luganese di palloni giocabili ne siano arrivati davvero pochi. Un problema per il quale, al momento, non si intravedono soluzioni. Il rientro di Bottani e Aliseda darà certo una mano, ma è ancora di là da venire. Intanto, la vittoria di sabato sera ha un significato non soltanto concreto per la classifica, ma anche psicologico nei confronti dei renani. Non va dimenticato, infatti, che il 28 di febbraio le due squadre si ritroveranno sullo stesso campo per giocarsi l’accesso alle semifinali di Coppa Svizzera... «Abbiamo lanciato un segnale...», ha concluso CrociTorti.