Nel 2025 deficit appianato solo grazie a salti mortali
Quest’anno ‘rosso’ da 1,4 miliardi. Keller-Sutter avverte
Berna – Per la seconda volta consecutiva, nel 2023 il Consiglio federale non ha rispettato il freno all’indebitamento. Per evitare ulteriori deficit strutturali, ha quindi deciso altre misure per il prossimo anno. Inoltre, tutti i compiti e i sussidi saranno sottoposti a revisione a medio termine.
«Alla lunga non si può spendere più di quanto si incassa», ha dichiarato ieri in una conferenza stampa la ministra delle Finanze Karin Keller-Sutter. Questo principio non è stato seguito negli ultimi anni. Di conseguenza, la difficile situazione finanziaria della Confederazione si è aggravata. Tutti i dipartimenti hanno fatto grandi sforzi, ha riconosciuto la consigliera federale. «Ma non è sufficiente». Perché i problemi sono di natura strutturale.
I conti 2023 della Confederazione sono migliori di quanto preventivato. Ma fanno comunque registrare deficit importanti: 672 milioni di franchi per quel che concerne il bilancio ordinario; 1,43 miliardi, se si considerano entrate e uscite straordinarie. Il consuntivo per la seconda volta consecutiva supera la soglia ammessa dalla situazione congiunturale, determinando un deficit di finanziamento strutturale di 350 milioni di franchi, osserva in una nota l’Esecutivo. Guardando avanti: per il 2025 al momento ci si attende un deficit strutturale di oltre 2 miliardi, ha spiegato Keller-Sutter. Per renderlo conforme al freno all’indebitamento, a gennaio erano già state adottate misure per oltre 2 miliardi (minori versamenti al fondo per l’infrastruttura ferroviaria, riduzione del contributo ai politecnici federali ecc.). A queste il Consiglio federale aggiunge ora una riduzione lineare per 350 milioni sulle uscite proprie e di riversamento scarsamente vincolate. Il provvedimento tocca tutti i settori, tranne l’esercito. Secondo Keller-Sutter, grazie a tutte queste misure – che non comporteranno una riduzione dei servizi – sarà verosimilmente possibile appianare il deficit di finanziamento del 2025. Il Consiglio federale intende portarne avanti alcune negli anni successivi. Non basterà comunque per evitare ulteriori disavanzi miliardari tra il 2026 e il 2028, dovuti soprattutto a maggiori spese per l’Avs, i sussidi di cassa malati, l’esercito e gli asili nido. Serviranno quindi «misure incisive». Entro fine marzo, il Dipartimento federale delle finanze dovrà presentare un concetto per la revisione di tutti i compiti e i sussidi federali, spese vincolate per legge e fondi esistenti inclusi. Aumentare il debito non è un’opzione, idem aumentare le tasse. «Graverebbe sulla popolazione e sull’economia», ha rilevato Keller-Sutter.
Già solo i piani a breve termine del Governo incontrano resistenza. L’Unione svizzera dei contadini (Usc) fa sapere di volersi opporre “con tutti i mezzi” a una riduzione del budget agricolo. Alliance Sud, che riunisce le Ong attive nei settori dell’aiuto umanitario e dell’aiuto allo sviluppo, teme che la cooperazione allo sviluppo venga prosciugata.