‘Navalny ucciso con un pugno al cuore, tecnica da Kgb’
Un attivista: Alexei tenuto oltre due ore al gelo e poi finito
Mosca – Un pugno al cuore dopo essere stato esposto per molto tempo a condizioni di congelamento: così, secondo una fonte citata dal Times, sarebbe stato ucciso Alexei Navalny, dopo che nei giorni scorsi la vedova Yulia Navalnaya aveva invece accusato direttamente il presidente Vladimir Putin di averlo fatto avvelenare con l’agente nervino Novichok.
Il corpo resta nascosto
Dopo l’appello lanciato dalla madre Lyudmila direttamente a Putin per riavere il corpo del figlio “immediatamente”, una Corte dell’estremo nord russo ha accettato di esaminare una denuncia presentata formalmente dal team di Navalny per la mancata consegna della salma. Ma ha fissato l’udienza al 4 marzo. Già oltre, dunque, il periodo di 14 giorni che gli investigatori russi avevano annunciato per condurre non meglio precisati “esami chimici” prima di consegnare il corpo alla famiglia. Lyudmila, arrivata nella regione artica sabato, il giorno dopo la notizia del decesso, ha inutilmente cercato finora di vedere il corpo del figlio. L’udienza si svolgerà appunto a Salekhard, a porte chiuse.
Ad avanzare invece la nuova ipotesi sulle cause della morte di Navalny, con un pugno al cuore, è stato Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net, che ne ha parlato al quotidiano britannico. Secondo Osechkin, che ha citato una fonte che lavora nella prigione IK-3, i lividi trovati sul corpo dell’oppositore sono compatibili con la tecnica del “pugno unico” già usato dai sicari del Kgb sovietico; e prima della sua morte Navalny, 47 anni, è stato costretto a trascorrere più di due ore e mezza all’aperto, dove la temperatura poteva scendere fino a -27 gradi.
Putin mantiene però il silenzio e ieri si è recato a Kazan per presenziare alla cerimonia inaugurale dei Giochi del Futuro, una manifestazione internazionale che combina competizioni negli sport tradizionali a quelle in campo digitale. Il presidente russo ha anche visitato una fabbrica aeronautica, dove si è seduto ai comandi di un bombardiere nucleare, il Tu-160M.
Nel frattempo anche il dissidente russo Vladimir Kara-Murza, quello che sta scontando la condanna più pesante, a 25 anni, ha fatto sentire la sua voce per accusare il presidente russo di essere “personalmente responsabile della morte di Navalny”, perché questi “era suo prigioniero personale, e solo su suo ordine personale potevano agire gli avvelenatori”.
Nuove sanzioni da Londra e Bruxelles
Mentre l’Ue vara un nuovo giro di vite contro la Russia per la guerra in Ucraina, approvando il 13esimo pacchetto di sanzioni (che mira principalmente a colpire la filiera dei droni), l’ex presidente Usa Donald Trump è tornato a paragonarsi a Navalny, denunciando una persecuzione contro di lui negli Stati Uniti. Quanto alla morte dell’oppositore russo, ha detto che sarebbe stato “molto meglio” che non fosse rientrato nel suo Paese, nel 2021, “perché la gente pensava che potesse succedere e così è successo, ed è una cosa orribile”. Il presidente americano Joe Biden gli ha risposto giudicando “scandaloso” che il suo rivale repubblicano parli di Navalny senza condannare Putin.
Anche il governo britannico di Rishi Sunak ha annunciato da parte sua di aver imposto sanzioni su sei funzionari russi additati come presunti responsabili della morte. Si tratta del comandante della colonia penale siberiana in cui Navalny è morto da detenuto, il colonnello Vadim Kalinin e di cinque suoi vice.