Rincari: fare di più si potrebbe ma...
Bisognerebbe accettare perdite d’esercizio, se si volesse aumentare il sostegno per frenare l’impennata del costo della vita. La scelta è prettamente politica
di Alfonso Reggiani e Mirko Sebastiani
In merito alla questione dei rincari, sempre maggiormente onerosi per le tasche dei cittadini, la Città potrebbe fare qualcosa di più? Foletti
: Viviamo in uno Stato federale, dove ognuno ha un compito sussidiario. Ci è stato chiesto di erogare contributi per pagare i premi di cassa malati dei cittadini, ma c’è la Confederazione che stanzia i soldi, c’è il Cantone con il suo Regolamento e la sua Ripam, mentre il Comune ha un ruolo sussidiario. Disponiamo del regolamento sociale, un aiuto puntuale ai cittadini dove la mano federale o cantonale non arriva, o arriva magari in ritardo. Non si può pretendere che la Città si sostituisca al Cantone in questi aiuti, non funziona. Poi è chiaro che tra pandemia e guerre abbiamo avuto dei rincari, penso all’energia elettrica. Certo si può fare sempre di più, ma se si vuole aiutare di più i cittadini bisogna anche fare delle scelte, perché non ci sono risorse per mantenere una Città con tutto quello che fa oggi a meno di non aumentare il moltiplicatore.
Valenzano Rossi: Il tema dei rincari non è attribuibile alle attività comunali. Segue logiche diverse con gli interventi dello Stato a livello federale e cantonale. La Città può essere efficiente nella propria gestione in modo da tenere il costo dei servizi il più basso possibile, mantenendo un’alta qualità dei servizi erogati. In maniera complementare a Confederazione e Cantone, la Città dovrebbe occuparsi dei bisogni puntuali, per i quali il Comune ha ancora la facoltà di poter intervenire con progetti specifici, come per esempio quanto realizzato nell’ambito del disagio famigliare.
Mirante : Oltre alla gestione efficiente, negli ambiti di sua competenza (nei settori di acqua elettricità, trasporti), la Città potrebbe pensare anche a preventivare perdite d’esercizio, se si ritiene di dover andare incontro alle esigenze dei cittadini. Sono scelte che implicano delle decisioni, come detto, di non piena copertura dei costi. A proposito di efficienza, ci si potrebbe interrogare in futuro sulla necessità di avere così tante aziende di trasporto pubblico sul territorio cantonale, dove forse ne basterebbero due per tutto il Ticino. Lugano fa già tanto per aiutare i suoi cittadini. Occorrebbe invece prestare maggiore attenzione elle emergenti difficoltà finanziarie degli anziani. Gli strumenti attuali di sostegno e complementari non bastano e si sta creando una povertà diffusa tra i pensionati.
Cappelletti: I premi di cassa malati, gli affitti e le bollette sono in aumento e la popolazione è sempre più in difficoltà. In questo contesto anche la Città, sfruttando appieno i suoi margini di competenza assumendo il ruolo sussidiario rispetto al Cantone e alla Confederazione, può dare un contributo concreto a favore delle fasce di reddito medio e basse. Come? Migliorando le prestazioni e delle soglie di reddito relative al Regolamento sociale comunale, che ancora oggi si limita a erogare prestazioni puntuali e non ricorrenti ed è rivolto troppo alle fasce di reddito più basse, senza considerare anche le altre, che subiscono una calo del potere d’acquisto. Il Municipio si è dimostrato poco generoso e troppo inerte, malgrado i risultati dello studio sulla povertà parlassero chiaramente. Il secondo strumento è la costituzione di un fondo per compensare l’aumento del costo della vita, che avevamo presentato (con Il Centro) in occasione dell’ultimo Preventivo che avrebbe permesso di dare una risposta straordinaria. Ma la maggioranza del Consiglio comunale non l’ha ritenuta finanziariamente sostenibile. Aggiungo anche un terzo strumento, ossia la politica dell’alloggio: Lugano rispetto alle altre città svizzere ha un parco immobiliare troppo basso per poter incidere sul mercato. L’obiettivo dovrebbe essere di rilanciare su questo fronte per aumentare gli alloggi di proprietà pubblica da mettere a disposizione delle fasce più deboli della popolazione. Manca la volontà politica di riconoscere queste priorità.
Tricarico : I rincari dipendono da fattori esogeni e purtroppo ricadono su tutti. Lugano è una città che ha bisogno di giovani, quindi bisogna prestare attenzione e sostenere di più le famiglie. Questo se vogliamo avere un futuro, nuove generazioni per contrastare la ‘fuga’ dei giovani. Occorre dunque incentivare l’insediamento di nuove famiglie in città. Questa è la vera sfida futura di Lugano e del Ticino, perché, nel confronto federale, siamo sicuramente il cantone più anziano. Questo è il tema se vogliamo raggiungere un equilibrio intergenerazionale. In prospettiva, la demografia ci delinea un aggravio di costi futuri.
Foletti : L’ultima pubblicazione dell’Ufficio federale di statistica, in merito alla qualità di vita delle città, ha attestato che Lugano ha compiuto passi avanti significativi, in particolare grazie all’aumento di asili nido e numero di bambini per abitanti. Tra i nostri obiettivi c’è proprio quello di favorire l’arrivo di nuove famiglia in città. Rispetto alla povertà, la statistica ci mette all’ultimo posto tra le città per il numero di richieste di prestazioni assistenziali.