Primo ostacolo superato per la legge mammut
Il Consiglio nazionale vuole ridurre la burocrazia per le imprese. La Camera del popolo ha infatti deciso di introdurre delle agevolazioni amministrative nell’ambito della poderosa revisione totale della legge sulle dogane. Al voto sul complesso, il plenum ha accolto ieri sera la mastodontica riforma (500 pagine) con 120 voti contro 62 e 8 astenuti. Il dossier – giunto sui banchi del Nazionale dopo un anno di lavoro e di polemiche – passa ora agli Stati.
Il progetto è di natura tecnica e riguarda questioni come la digitalizzazione delle dogane (già in corso col programma DaziT), il profilo professionale dei funzionari doganali e il trattamento dei dati personali sensibili. La maggioranza commissionale – desiderosa di semplificare le procedure amministrative e rendere più flessibili quelle doganali – ha aggiunto una serie di punti al progetto originale, contro il parere del governo. Ad esempio: i proventi della vendita all’asta dei contingenti tariffari saranno d’ora in poi trattati come dazi all’importazione (ciò consentirà alle aziende dell’industria agroalimentare di essere rimborsate quando le merci vengono riesportate); si potrà rinunciare alla dichiarazione doganale di alcune merci se non sono soggette a dazi. Inoltre, le guardie di confine potranno prelevare un campione di Dna durante i controlli di identità (accolta una proposta dell’Udc Mauro Tuena). I funzionari doganali potranno portare armi qualora potessero essere esposti a particolari minacce. La sinistra avrebbe voluto approfittarne per introdurre una maggiore trasparenza nelle importazioni di metalli preziosi: non ci è riuscita. L’Udc voleva cogliere l’occasione per rafforzare i controlli alle frontiere: la maggioranza del Nazionale vi si è opposta. Il Nazionale non ha voluto neppure inserire alcuna misura contro il turismo degli acquisti.