Sierro, la Nazionale arriva a 28 anni
La Svizzera è a La Manga per preparare le amichevoli con Danimarca e Irlanda. In gruppo spicca il volto del vallesano, capitano del Tolosa
Il 2024 della Nazionale svizzera, quello che avrà quale momento focale la partecipazione alla fase finale dell’Europeo in Germania, è iniziato con uno stage a La Manga, in Spagna, per preparare le due amichevoli contro Danimarca (sabato) e Irlanda (martedì). Tra i volti nuovi della prima selezione dopo la conclusione della fase di qualificazione figura anche quello di un neofita. In questi giorni, Vincent Sierro assapora il dolce gusto della Nazionale e lo fa alla veneranda età di 28 anni. La chiamata di Murat Yakin rappresenta un premio tardivo per la perseveranza del vallesano, al quale a Tolosa sono bastati sei mesi per mettersi al braccio la fascia da capitano. Vincent Sierro potrebbe avere la coscienza sporca. Se a Monaco il portiere svizzero Philipp Köhn è stato relegato in panchina, in parte la responsabilità è sua. Un po’ più di un mese fa, Sierro aveva costretto il connazionale a una brutta figura, quando invece di centrare aveva deciso di andare direttamente alla conclusione, segnando il terzo dei cinque gol messi a segno in Ligue 1.
Un gesto che aveva fatto la felicità del suo allenatore. Non tanto per la bellezza del gol, quanto perché prima della partita il preparatore dei portieri aveva sottolineato come in campo Köhn tenesse molto spesso una posizione rischiosa. «A volte diamo informazioni ai giocatori, ma loro non si concentrano e non recepiscono. Vincent è uno di quei giocatori che mette in pratica ciò che gli viene suggerito – ha detto l’allenatore Carles Novell –. Ascolta sempre ed è un buon esempio per tutti». Questa è una qualità che altri allenatori hanno già apprezzato nel vallesano. Peter Zeidler, ad esempio, che lo ha allenato al Sion e poi al San Gallo, una volta ha detto che Sierro è il calciatore e l’uomo che ogni allenatore e ogni club avrebbe sognato di avere. Viene spontaneo chiedersi, di conseguenza, perché ci sia voluto tanto tempo per mettersi addosso una maglia rossocrociata... «In effetti, per la mia prima convocazione ho dovuto attendere più di molti miei compagni – ha affermato –. Ma ho seguito il mio percorso ed è questo che mi ha reso il giocatore che sono oggi».
Un percorso non lineare, fatto di alti e bassi, come spesso accade nel calcio professionistico. Dopo essersi affermato al Sion, Sierro non ha tardato a cedere alla tentazione di giocare all’estero. A 21 anni è passato al Friburgo, in Bundesliga, dove però si è ritrovato ben presto ai margini a causa di un infortunio. E proprio i guai fisici hanno spesso ostacolato il vallesano. Quando è approdato allo Young Boys, dopo un anno di prestito di grande successo al San Gallo, ha saltato la maggior parte delle partite delle sue prime due stagioni a causa di vari infortuni. Solo a gennaio dell’anno scorso, quindi, Sierro ha tentato un nuovo salto all’estero, questa volta nel campionato francese.
Se Sierro non ha mai visto il suo nome tra i convocati per la Nazionale è anche dovuto al fatto che nel suo ruolo la concorrenza è piuttosto elevata. Con Granit Xhaka, Remo Freuler e Denis Zakaria, il centrocampo è occupato da giocatori di talento. Michel Aebischer e Djibril Sow hanno spesso ricoperto il ruolo di prime alternative, ma siccome Sow non è più stato chiamato da Yakin, ecco che la porta si è spalancata di fronte a Sierro. «Vincent è riuscito ad affermarsi come capitano in un campionato importante e a farsi conoscere a livello internazionale», ha dichiarato Yakin in occasione della presentazione della lista dei convocati. Il principale miglioramento dal suo arrivo in Francia, Sierro lo ha percepito a livello fisico. «La Ligue 1 è un campionato molto fisico – spiega –. Bisogna lavorare sodo per poter sopravvivere». La sua versatilità e la sua abnegazione, fanno si che a Tolosa Sierro goda di grande considerazione. Lo scorso autunno ha perso il posto da titolare, ma per lui l’esilio in panchina è durato poco, perché grazie al lavoro è riuscito a rientrare nelle grazie dell’allenatore. «Nutro molto rispetto per la Nazionale, che ha ottenuto grandi successi negli ultimi anni. Anche alla mia età, ho molto da imparare». Il vallesano coltiva questa voglia di apprendere anche fuori dal campo, tant’è che nel 2019 ha conseguito il bachelor in economia, pur essendo da tempo un calciatore professionista. È questa disciplina e diligenza che i suoi allenatori apprezzano. Ora tocca a Sierro convincere Yakin a farlo restare e a chiamarlo di nuovo a fine maggio, così da poter vivere in maglia rossocrociata la sua prima fase finale di un grande torneo.