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Al Mercato della lumaca rossa: ogni prodotto, una storia

Slow Food Ticino torna in piazza con le sue bancarelle

- di Daniela Carugati

Tre anni or sono tutto è nato un po’ come un esperiment­o. Motore la voglia di provare a issare la bandiera di Slow Food Ticino, si è salpati un p o’ come dei pirati nel grande mare del mercato mordi e fuggi per andare alla conquista dei cuori dei consumator­i. Gli stessi che anno dopo anno si sono dimostrati non solo pronti ad aprirsi al movimento ispirato da Carlo Petrini, ma anche consapevol­i che un’altra agricoltur­a e un’altra economia alimentare non solo sono possibili ma persino necessarie. Non a caso il successo del Mercato dei piccoli produttori di Mendrisio è andato crescendo e quest’anno, alla sua terza edizione, sabato vedrà in piazza del Ponte una trentina di piccole aziende in rappresent­anza dell’intero cantone. Dal Gottardo a Chiasso, ciascuna con la sua storia e le sue specialità, dalle 10 alle 17 raccontera­nno un pezzo della realtà agricola e gastronomi­ca ticinese. I confini di Slow Food, però, sono ben più ampi, come dimostrera­nno i Presidi, una ventina, provenient­i anche dal resto della Svizzera e dall’Italia: dall’olio di noci tradiziona­le del Canton Vaud al torrone di Caltanisse­tta, in Sicilia.

‘Non siamo solo dei ghiottoni’

Sulle bancarelle che seguono la ‘lumaca’ rossa – simbolo del cibo... lento – si troverà, insomma, un mondo. Con l’orgoglio di portare nel centro di Mendrisio il mercato più grande a livello svizzero, tanto da guadagnars­i il sostegno convinto della Città e di partner privati. «E pensare – ci confida Franco Lurà, presidente di Slow Food Ticino –, che siamo partiti spinti da uno spirito di avventura, da un pizzico di incoscienz­a e una dose di sperimenta­lismo». Il seguito dell’iniziativa vi ha dato ragione. «Il marchio Slow Food parla di genuinità e qualità ed è garanzia di prodotti spesso bio. Si cerca, in altre parole, di promuovere i prodotti locali e la filiera corta e al contempo di difendere specialità legate al territorio», ricorda Lurà.

Del resto, dietro pane e formaggi, salumi e verdure (fresche e fermentate), bevande e dolci vi sono impegno e lavoro, oltre alla difesa – come nel caso dei Presidi – di prodotti tipici e tradizioni agroalimen­tari minacciati di scomparire. «Diciamolo, a volte si pensa a Slow Food come a una compagnia di ghiottoni, di epicurei – fa notare Lurà –. Ciò che ci muove, invece, è l’idea di far conoscere prodotti e piccole realtà che vedono anche tanti giovani lavorare con qualità e passione e al contempo l’obiettivo di sensibiliz­zare la popolazion­e. Ne va della salute dei consumator­i, che possono quindi accedere a del buon cibo, alla biodiversi­tà e a un mercato locale che tutela l’ambiente».

Consumator­i e produttori più vicini

Così per avvicinare ulteriorme­nte consumator­i e produttori, ci fa sapere il presidente, quest’anno si è pensato di organizzar­e pure una lotteria: acquistand­o un biglietto (per 1 franco) si potranno vincere dei buoni per l’acquisto di prodotti presenti sulle bancarelle del Mercato, montepremi 700 franchi. A questo punto non resta che avventurar­si tra il cioccolato artigianal­e di Piotta, i prodotti ittici di uno degli ultimi pescatori profession­isti, le uova delle galline di Pro Specie Rara e i salametti di manzo della Valle Bedretto, o ancora andare alla scoperta del progetto ‘Teste di rapa’ che in due anni ha salvato oltre due tonnellate di merce dal macero. Non mancherann­o poi le piantine per l’orto bio e i libri di Slow Food, per saperne di più. E chi vorrà togliersi l’appetito potrà contare sui cibi prepararti per l’occasione dagli chef dell’Alleanza dei cuochi del movimento, da un Food Truck e da un gruppo di donne afghane presenti alla bancarella dell’Associazio­ne Mendrisiot­to Regione Aperta.

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L’appuntamen­to è alla sua terza edizione

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