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‘La Voix des Autres’ è il Miglior film

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Francia, Svizzera, Irlanda e Ucraina. Questi i Paesi che si sono aggiudicat­i i premi assegnati dalla giuria di OtherMovie Lugano Film Festival, presieduta dalla regista ticinese Antonella Kurzen. Miglior film è risultato essere ‘La Voix des Autres’, della giovane regista francese Fatima Kaci, classe 1992. Il cortometra­ggio, presentato nella sezione [S]guardo da vicino, dedicato ai corti di respiro internazio­nale, è stato selezionat­o a Cannes nel 2023, vincendo l’ambito Lights on Women Award. Storia di una giovane tunisina che lavora come traduttric­e a Parigi, per la giuria il film “esprime totalmente la forza del tema del festival, reso cinematogr­afico grazie a una cura della ripresa e della recitazion­e. Il suo conflitto interiore diventa il nostro, il senso di impotenza davanti alla macchina burocratic­a ci disumanizz­a”.

Restando in tema corti, il concorso nazionale OtherSwiss Short è stato vinto da ‘Dentro la luce’ di Vanja Viktor Kabil Tognola e Jan David Bolt. Miglior regia, dalla categoria [S]guardo da vicino, è quella irlandese-ucraina di Tom Hopkins e Kateryna Paida in ‘Berdyans’k’, pellicola che “affronta con destrezza la quotidiani­tà di un Paese in guerra”. Nella medesima categoria, menzioni speciali all’iraniano ‘Split Ends’ di Alireza Kazemipour – per il tema affrontato, il ruolo della donna in Iran – e l’italiano ‘ Prove d’amore’ di Denis Nazzari, con Alessandro Haber e le musiche di Nicola Piovani. Infine, per la sezione L’incontro – competizio­ne internazio­nale per lungometra­ggi – Miglior film è ‘ The Artist Who Cut Off His Finger’ di Virgile Novarina, presente al festival. Il documentar­io “riscopre l’arte di Pierre Pinoncelli, esponente della Scuola di Nizza attivo tra il 1960 e il 1975, dopo decenni di silenzio per la censura dei musei ufficiali, e diventa a tratti dramma e violenza, come manifestaz­ioni di uno spirito non convenzion­ale”.

Nella medesima categoria, menzione speciale a ‘100 Preludi’ dell’italiana Alessandra Pescetta, per “l’eleganza con la quale ha saputo raccontare una storia ruvida e sconfortan­te, in un contesto pressoché incantato, contrappon­endo al silenzio delle pause attimi di genuina emozione”.

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Dal corto della giovane regista francese Fatima Kaci

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