Padre e figlio di fronte in ‘A Number’
Il 5 luglio del 1996 è data in cui le sorti della scienza e dell’eugenetica vengono stravolte. È il giorno in cui viene comunicato il primo caso di clonazione di un essere vivente: la pecora Dolly, prima pecora nonché il primo mammifero a essere stato clonato con successo da una cellula somatica, sebbene non il primo animale in assoluto a essere stato clonato con successo. Dolly sopravviverà giusto il tempo per generare riflessioni sul concetto di unicità e di identità. È a partire da questo fatto di cronaca, capace di mettere in discussione le certezze della scienza, che Caryl Churchill, tra le più affermate drammaturghe britanniche, costruisce una storia a due che rimette in gioco e riflette sul rapporto tra un padre e un figlio. ‘A Number’, in scena domani alle 17 al Teatro San Materno di Ascona, presenta al pubblico un rapporto fatto di legami ancestrali che rimettono in discussione il concetto di unicità e di natura. A contrapporsi sono Salter, un padre, e Bernard, un figlio, l’uno di fronte all’altro a giocare una danza tra la vita e la morte nella quale il figlio diventa testimone di un fallimento, quello del padre, cui si vuole porre rimedio concedendo un’altra chance, potenzialmente infinita, che può mettere in crisi l’Io e il Noi.
Con Giuseppe Pestillo e Massimo Rigo sul palco, la regia è di Luca Mazzone, regista permanente del Teatro Libero di Palermo, che da molti anni lavora alla promozione della drammaturgia contemporanea europea con progetti su Lars Noren, Joël Pommerat, Mike Bartlett, Caryl Churchill, Dennis Kelly. Ha inoltre curato diverse pubblicazioni di drammaturgie contemporanee edite dalla casa editrice del Teatro Libero, Theatrum Mundi Edizioni. Segue progetti didattici di approccio e alfabetizzazione al teatro presso le scuole, con l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni a un teatro d’arte contemporaneo.