Nel male c'è sempre qualcosa di buono
Possiamo accostare in modo provocatorio il post Covid-19 al rancore del beneficiato? Credo di sì, anzi, si deve! È innegabile che si tratterebbe di evidente self-deception il voler negare che pur nella sua più totale e tragica crudeltà questa nuova realtà che ci si presenta davanti dopo il 25 febbraio possa per assurdo portare anche vantaggi...! Ma se ci fermassimo un attimo, prendessimo fiato e guardassimo il mondo che ci si presenta davanti con gli occhi innocenti di un bambino, ci accorgeremmo che parecchie cose date per scontate, in realtà non lo sono per nulla... e si giustifica così la reticenza a voler ammettere che nel male vi è sempre una parte di buono.
Il mondo stava già cambiando prima del virus, solo che noi dall'alto della nostra presunzione non volevamo ammetterlo, convinti erroneamente che l'unica vera realtà fosse quella radicata nelle nostre abitudinarie e stanche menti, che per nulla al mondo avrebbero dato adito a dubbi e con essi a processi di analisi lunghi e laboriosi, conditi con inutili dispendi di energia. A mio parere il settore alberghiero e della ristorazione erano già in ginocchio prima del Covid-19, per diverse ragioni che purtroppo s'incrociano e complicano il tutto. Non è mai stato un settore dai facili guadagni, la facilità con cui si può accedere al settore abbassa le qualità imprenditoriali richieste. Le regioni di confine, come il Ticino, hanno, inoltre, sempre dovuto confrontarsi con realtà economiche deboli, che spingono concorrenza frontaliera riducendo le capacità, abbassando i prezzi, riducendo i margini, la qualità e gli investimenti... Un circolo vizioso. Senza dimenticare che è usanza di questo periodo, che tutti devono permettersi tutto; invece ci sono dei piccoli o grandi lussi che come tali devono essere pagati. Se non possono permetterselo il proprietario del locale è un ladro. Mica pensano a quanto incida sul prezzo finale del prodotto l'affitto di determinate location, l'utilizzo di personale qualificato o di materie prime d'eccellenza.
La cosa che più mi fa paura è che la maggior parte della gente segue e condivide certi scellerati ragionamenti. Quali operatori del settore e professionisti dobbiamo porci diversi obiettivi, pur rimanendo pragmatici (progettualità)... Fare ordine tra le priorità e individuare quelle su cui investire più energia, perché il futuro del nostro settore mai come adesso è denso di nubi tempestose ed imperscrutabili, quindi chi saprà ispirarsi al carpe diem sarà vincente. Il futuro inizia ora - ho scritto per lanciare a giugno l'edizione online di Réservé - con la necessità e la volontà di guardare oltre gli steccati e i percorsi facili dove tutti possono avventurarsi, noi non subiamo le mode, noi le creiamo e allo stesso tempo non abbiamo timore di quanto ci riserva il futuro, perché il futuro lo decidiamo noi.