“I miei vini messaggeri di felicità, amore e rinascita”
Il percorso professionale e umano di Valentina Tamborini giovane manager di successo
Incontrando le “donne del vino” si ha la fortuna di scoprire universi che vanno al di là del vino e della vite. Si compie un viaggio interiore e intrigante che si rinnova di calice in calice. È il caso di una donna che da bambina voleva fare la profumista, la pilota di Formula 1 e la hostess. Poi, però, la voglia di imparare a volare nel complesso cielo della vita, l'ha portata a diventare una protagonista del mondo vitivinicolo ticinese. È Valentina Tamborini che attraverso la sua “collezione” di pregiate etichette, ha un'ambizione: condividere con gli altri il desiderio di vivere questa vita in modo più gioioso, aiutandosi l'uno con l'altro.
Valentina non entra subito nell'azienda di famiglia. Dopo la Scuola superiore alberghiera e del turismo di Bellinzona e i corsi di sommelier, lavora nel famoso hotel 5 stelle Savoy Baur en Ville di Christina e Manfred Hörger e al Principe Leopoldo di Lugano con un altro grande direttore Maurice Urech. Esperienze che le formano il carattere, ma Valentina sente la necessità di crescere ancora e nel 2008 frequenta con successo l'Università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo creata da Carlin Petrini, fondatore di Slow Food.
Importante sottolineare che la giovane studentessa aveva già le idee chiare e la tesi di laurea (“Progetto di rivalorizzazione della vitivinicoltura ticinese piantando degli interspecifici
Piwi”) anticipava diversi progetti che poi Valentina realizzerà fra il 2013 ed il 2017, piantando vitigni interspecifici nel nuovo vigneto Vallombrosa 3 e collaborando con i viticoltori di Malvaglia, Apollinari e Bollani.
Nonostante questo impegnativo cammino formativo e la richiesta del papà Claudio di entrare in azienda, Valentina non si sente pronta, vuole migliorare ancora il suo bagaglio professionale: “Si fa esperienza fuori dal nido se no, non impari a volare”. Per cui nel 2012 si reca in Toscana per la sua prima vendemmia all'estero nell'azienda Marchesi Mazzei Castello di Fonterutoli e nel 2013 vola davvero in direzione Australia, nella Barossa Valley. Non fa a tempo a ritornare a casa, che Valentina lavora finalmente nell'azienda di famiglia e con molta umiltà passa dall'imbottigliamento al raccolto nei vigneti e poi in cantina anche a svinare.
Le esperienze vissute, unite a tenacia e determinazione, danno i frutti quasi subito con intriganti micro-vinificazioni e la linea Valentina Wine Collection. Il “Credi” nasce nel 2013, in 350 bottiglie (oggi 100% Cabernet Franc, all'inizio con un 10% di Merlot). Il “Vivi” nasce nel 2017 (1'000 bottiglie) ed era 90% Johanniter e 10% Viognier, oggi 100% Johanniter. “Volevo delle vinificazioni in purezza, ma in Cantina non erano pronti, oggi sì”. E poi anche il rosé “Osé” e il “Passo di Tambo”, progetti di successo realizzati al di fuori della linea di Valentina, che sono la sintesi di una bella sinergia tra due generazioni, tra padre e figlia.
Ma torniamo ai vini da meditazione, che Valentina vuole messaggeri di un intero universo interiore. “Sì, perché grazie a questo vino cerco di trasmettere dei messaggi. “Credi”: realizza i tuoi sogni, “Vivi”: cogli ogni attimo di questa vita con gioia”.
Ma un vino può aiutare a vivere con gioia? “Chi acquista i miei vini, sceglie di vivere un'esperienza, forse anche un po' meditativa, riflessiva e magari potrà compiere un percorso introspettivo”. Quindi, in ogni bottiglia c'è un frammento della sua vita. Alla lunga non la esaurisce, non la porta a ripiegarsi in sé stessa, quasi gelosa di questi valori in bottiglia?
“No, assolutamente. Forse anche grazie ad alcune esperienze che mi hanno fatta crescere ed evolvere, oggi desidero davvero condividere questi valori; il bello di mettersi in gioco, di creare e realizzare, di cadere e rialzarsi e a volte ricominciare è come rinascere”.
Non a caso Valentina ha scelto come simbolo della sua linea la “Fenice”, il mitico uccello che rinasce dalle proprie ceneri, producendo un vino dal nome davvero emblematico: La Rinascita. Segno che Valentina dopo un impegnativo percorso formativo, professionale e soprattutto interiore è rinata?
“Sì, dopo i trent'anni sono riuscita a concretizzare i miei progetti, i miei sogni, riuscendo a essere una donna impegnata nel mondo del vino che è riuscita a condividere i valori e i successi di una grande famiglia, ma anche a ritagliarsi una posizione ben precisa, connotata da voglia di innovazione e concretezza”.
Il viaggio “mistico” quindi si chiude: credi, vivi e rinasci. E nel futuro grandi novità… sulle “Ali della felicità”.
Ma non sveliamo altro…