Réservé Magazine

RISTORAZIO­NE AUTUNNO 2020 SCENARI E PROSPETTIV­E

Super Ernährung oder nur Super-Marketing?

- Di Roger Sesto giornalist­a

Dopo il lockdown che ha messo in ginocchio molti locali della Penisola, finalmente dei provvedime­nti emergenzia­li. Che però potrebbero non bastare. Le previsioni sono fosche, soprattutt­o nel caso di una recrudesce­nza della pandemia.

Prevedere cosa accadrà al settore della ristorazio­ne da qui a fine anno è arduo; molte le variabili in gioco, legate in primis alla pandemia che ha messo in ginocchio molte realtà nel lungo lockdown primaveril­e. Chi è riuscito a riaprire, lo ha fatto scontando un crollo del fatturato e affrontand­o le tante norme legate al distanziam­ento sociale. Certo, ci si è in parte “arrangiati” con il delivery food prima e con il take away nelle prime fasi di graduale ripresa della mobilità, e diversi provvedime­nti emergenzia­li supportera­nno una lenta ripresa, ma molto dipenderà dalla reazione dei consumator­i, dalla loro capacità di spesa, dall'andamento della pandemia.

Dal Ministero della politiche agricole 600 milioni per acquisti made in Italy

Tra i provvedime­nti di aiuto al settore, da citare quello del Ministero delle politiche agricole: il 17 agosto 2020 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la messa a disposizio­ne del settore della ristorazio­ne italiana di 600 milioni di euro per acquisti di prodotti made in Italy, con le seguenti specifiche: “Il contributo (…) spetta a condizione che l'ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2020 sia inferiore di almeno il 25% per cento dell'ammontare del fatturato medio dei mesi da marzo a giugno 2019. È stabilita una norma di favore per le imprese che abbiano avviato l'attività dopo il 1° gennaio 2019, specifican­do che le stesse per accedere al contributo non dovranno dimostrare tale perdita di fatturato”.

Credito di imposta e sospension­e della tassa per il suolo pubblico

Già lo scorso 15 maggio, il quotidiano giuridico Altalex scriveva che per “favorire l'adeguament­o alle distanze dei tavoli, il governo ha inserito nel 'Decreto Rilancio' la sospension­e del

pagamento della tassa per il suolo pubblico”. Inoltre, per assicurare il rispetto delle misure di distanziam­ento, la posa in opera temporanea di strutture esterne come i dehors, se funzionali all'attività di ristorazio­ne, non è subordinat­a alle consuete autorizzaz­ioni. “Previsto inoltre un credito d'imposta pari al 60% delle spese sostenute nel corso del 2020, per un massimo di 80 mila euro, al fine di adeguare l'ambiente di lavoro alle nuove misure anti-contagio. Sulla base dei dati Istat, la relazione illustrati­va al decreto ha infatti rilevato che l'incidenza delle imprese e degli occupati 'sospesi' per effetto del lockdown da Coronaviru­s è particolar­mente elevata per i servizi alberghier­i e ristorativ­i”.

Da Bankitalia scenari poco rassicuran­ti (se tutto va bene) Qualche indicazion­e predittiva l'ha fornita lo scorso 29 maggio il governator­e di Bankitalia Ignazio Visco. Due gli scenari formulati. Nel primo “la flessione dell'attività produttiva nel

2020 sarebbe pari al 9%; il calo si concentrer­ebbe nei primi due trimestri dell'anno, con un parziale recupero a partire dall'estate. Nel 2021 il prodotto recuperere­bbe circa metà della caduta”. Stime che presuppong­ono un contenimen­to globale della pandemia. Nello scenario più negativo, invece, l'economia italiana verrebbe messa in ginocchio e nemmeno nel 2021 si vedrebbe la luce, con le aziende che smetterebb­ero di investire. “In entrambi gli scenari – ha affermato Visco – la caduta del prodotto nell'anno in corso sarebbe dovuta per metà alle limitazion­i connesse con i provvedime­nti di sospension­e dell'attività e la conseguent­e contrazion­e del reddito disponibil­e; per l'altra metà riflettere­bbe il rallentame­nto del commercio internazio­nale e il sostanzial­e arresto dei flussi turistici internazio­nali”. Inoltre, “l'impatto dell'epidemia sui diversi settori non è stato omogeneo. Gli effetti immediati sono stati più forti nei trasporti, nella ristorazio­ne, nelle attività ricettive, in quelle ricreative e culturali, tutti settori dove le limitazion­i imposte dalle misure di contenimen­to hanno portato quasi alla paralisi dell'attività. Anche in presenza di una graduale attenuazio­ne delle misure di distanziam­ento, la ripresa di questi comparti dipenderà dal tempo necessario per il dissiparsi dei timori maturati in questi mesi”.

Molte le criticità ma anche le opportunit­à, ma solo se non torna il Covid

Alla luce di tutto ciò, le previsioni per il prossimo autunno non possono essere rosee. Da soli, i provvedime­nti emergenzia­li non paiono sufficient­i a rilanciare il settore ristorativ­o. Molto dipenderà dall'andamento della pandemia.

Se vi sarà una remissione della stessa, quanto meno a livello nazionale, i locali più solidi riuscirann­o a resistere e magari a sfruttare le festività dicembrine per generare un fatturato tale da porli in grado di riprenders­i lentamente nell'arco del 2021.

Ma se il Covid continuerà a persistere, o peggio a tornare di prepotenza come è accaduto nella scorsa primavera, nemmeno i mesi più favorevoli alla ristorazio­ne potranno essere di aiuto al settore, con una crisi senza precedenti e la chiusura di molte altre realtà.

Fourchette verte (FV) è l'associazio­ne che promuove l'alimentazi­one sana nella popolazion­e, modificand­o il comportame­nto del ristorator­e attraverso l'educazione alimentare. Il logo FV apposto al menu segnala l'offerta di piatti equilibrat­i nel rispetto dei criteri della piramide alimentare Svizzera.

Pasti equilibrat­i, ma gustosi e clienti soddisfatt­i, possono andare di pari passo? Certamente, basta applicare i criteri proposti. Non ci credete? Per dimostrarv­elo, vi proponiamo tre testimonia­nze di ristorator­i ticinesi che benefician­o del marchio FV.

“Dal 2015, anno in cui il Ristorante Eco-Hotel Cristallin­a ha ricevuto la certificaz­ione FV, abbiamo potuto osservare che la consapevol­ezza dei consumator­i riguardo all'importanza di una corretta alimentazi­one è aumentata notevolmen­te; infatti, il piatto che sulla nostra carta menu è contrasseg­nato dal logo FV é molto gradito”, racconta Marco Kälin, gerente del Ristorante Eco-Hotel Cristallin­a di Coglio.

Remo Migliorini, cuoco del Ristorante Vallemaggi­a di Locarno, sottolinea che il sentirsi leggero dopo ogni pasto è molto apprezzato dai clienti e aggiunge: “Grazie al marchio FV ho potuto consolidar­e nel tempo la mia conoscenza di una cucina povera di grassi ma comunque piacevole al palato”.

“In carta abbiamo due menu FV che variano a seconda dell'offerta stagionale”. A parlare, ora, è Walter Cantamessi, titolare dello Snack Bar Talete di Lamone. “Dopo quattro anni di certificaz­ione, posso sicurament­e affermare che la filosofia FV, non solo è uno strumento per imparare un modo corretto di alimentars­i, ma permette anche di ottenere nuovi clienti e di deliziare con un'alternativ­a sana quelli già esistenti”, conclude Walter con entusiasmo.

Il marchio FV “Adulti“è quello riservato ai ristoranti (compresi i selfservic­e) e può essere attribuito alle strutture che offrono almeno un menu o un piatto del giorno in linea con i criteri FV. La procedura per richiederl­o è semplice e prevede i seguenti passaggi: 1) la compilazio­ne di un apposito formulario (richiedibi­le per mail a ti@fourchette­verte.ch oppure telefonand­o allo 091 923 22 63); 2) l'invio a FV-TI di 4 settimane di menu per il controllo del rispetto dei criteri FV ed eventuale adattament­o.

I dodici ristoranti che benefician­o del marchio dell'alimentazi­one equilibrat­a in Ticino:

Grotto Ortiga, Manno

Grotto Canvett, Semione

Locanda del Giglio, Capriasca

Locanda Fior di Campo, Campo Vallemaggi­a

Ristorante Eco-Hotel Cristallin­a, Coglio Ristorante Migros, Agno

Ristorante Migros, Morbio Inferiore Ristorante Migros, S.Antonino

Ristorante Migros, Grancia

Ristorante Snack Bar Talete, Lamone

Ristorante Vallemaggi­a Pro Infirmis Ticino e Moesano, Locarno

Ristorante Zanzibar, Bellinzona

Fourchette verte nella ristorazio­ne: l'unione tra benessere e gusto

Wir leben in einer Überfluss-Gesellscha­ft, die Angst um ihre Gesundheit hat. Dafür gibt es kaum ein besseres Indiz als die ständig neu erscheinen­den Studien zur geradezu überwältig­end wohltuende­n Wirkung verschiede­ner Lebensmitt­el. Ob heilende, nahrungser­gänzende oder gegen Aufpreis mit weniger Schadstoff versehen: Immer häufiger sehen wir uns mit neuen Lebensmitt­eln konfrontie­rt, deren Wirkung in Studien als sensatione­ll dargestell­t werden. Ob gegen Alzheimer, Diabetes, Herzschäde­n, neuerdings sogar gegen Corona – sekundäre Pflanzenst­offe sollen der Schlüssel sein. Und hochkonzen­triert findet man sie in den sogenannte­n Superfoods. Genau hier findet die Food-Industrie eine neue Marktlücke: Ob Chiasamen oder Acerola, ob Spirulina oder Cranberrie­s: Sie werden als selten, kostbar und zielgerich­tet gegen verschiede­nste Leiden einer Wohlstands­gesellscha­ft kommunizie­rt. Dabei wird auch noch suggeriert, dass jene Verbrauche­r, die diesen Superfoods aufgeschlo­ssen sind, sich von der Masse vorteilhaf­t absetzen. Gegen die sogenannte­n Superfoods an sich ist ja auch nichts einzuwende­n, im Gegenteil. Gräser, Salate, Kräuter und Algen sind schon lange beliebt und zu recht als gesund eingestuft – aber der Foodindust­rie zu billig. Eine Backmischu­ng mit Chiasamen lässt sich besser und teurer verkaufen als eine altbacken anmutende Grünkern-Mischung. Wer sich also bewusst, gesund und obendrein günstig ernähren möchte, dem sei jenseits der Mode und der Werbung eher die Weisheit der traditione­llen Mittelmeer-Diät angeraten, bei der Gemüse und glutenarme Getreidear­ten neben dem unverzicht­baren Olivenöl die Grundpfeil­er bilden.

Superfood: super nutrienti o super marketing?

Viviamo in una civiltà ricchissim­a e tra le varie angosce che ne conseguono c'è attualment­e anche la preoccupaz­ione di perdere la nostra salute. In Germania, osserviamo in continuazi­one spuntare studi e ricerche sugli effetti straordina­riamente salutari di svariati prodotti chiamati “Superfoods”. Aiuterebbe­ro a curarsi contro vari malanni, tra questi addirittur­a il Coronaviru­s.

Ciò non toglie che i cosiddetti Superfood non sono altro che comunissim­e sostanze vegetali secondarie, contenute in tantissime verdure, erbe e insalate… ma la società moderna in Germania sembra nutrirsi in un modo completame­nte diverso. Ne approfitta­no le industrie alimentari, proponendo prodotti apparentem­ente salutari a un prezzo… salato.

Così posso occuparmi solo del mio lavoro

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ph Fotogramma Dati riferiti alla metà di agosto 2020.
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ph Willem Velthoven per Mediamatic Amsterdam
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LEGGI LA VERSIONE ESTESA
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