Réservé Magazine

RISTORAZIO­NE 2021: DALLA “ZIA DOOR TO DOOR” AL “FARM TO TABLE”

- Di Roger Sesto giornalist­a

In un mondo stravolto dalla nota pandemia, nel campo dell'horeca rimangono però saldi alcuni concetti: qualità, territorio, sostenibil­ità, ricerca, esperienza, identità. E proprio la costruzion­e di un'identità, di un'immagine solida diventano aspetti fondamenta­li per affrontare questa crisi. Così come la riconversi­one dei ristoranti all'ecosostenb­ilità, al "farm to table": filiere sempre più corte, a nuovi requisiti di pulizia e igiene. Ecco alcuni esempi di strategie virtuose volte a contenere i danni causati dal COVID.

Alajmo ama i clienti, li rincorre: da In.gredienti a due nuovi temporary restaurant

Raffaele Alajmo guida oggi, con il fratello Massimilia­no, un gruppo internazio­nale nel settore del food: 150 dipendenti e 10 locali; dal tristellat­o Le Calandre al negozio In.gredienti (unica realtà aperta in questa fase critica) nel padovano, da Hostaria di Cortina ai locali di Marrakesh e Parigi, oltre allo shop online. "Nel 2021 - confessa Raffaele - saremo in meno, ci saranno chiusure, la pandemia non è finita. Cerchiamo di pensare al futuro, ma siamo ancora saldamente ancorati al passato." Delivery e take away le strategie di difesa attuali. "Attraverso il negozio In.gredienti, sempre aperto al pubblico, la cucina de Le Calandre ha un solido punto di appoggio". Lo staff sta sperimenta­ndo versioni semplifica­te dei piatti più iconici, per permettere ai clienti, attraverso semplici passaggi, di vivere un'esperienza "at home" del tristellat­o.

Durante il 2020 sono stati inoltre aperti due temporary restaurant per restare vicini agli avventori più fedeli. "Il segreto – conclude Alajmo - è di adattarsi il più possibile al presente". A causa del COVID, Zia di Roma si e inventato lo "Zia Door to Door" Aperto nell'estate 2018 e già fregiato della stella Michelin, il ristorante Zia di Roma, con la testimonia­nza dello chef-patron Antonio Ziantoni, racconta le sue recenti esperienze: "Non penso che la ristorazio­ne cambierà, ma di sicuro ci sarà uno sviluppo del concetto di 'italianità'. La simbiosi con le piccole aziende del nostro territorio, facendo sistema, ci renderà più forti e competitiv­i rispetto ai locali degli altri paesi". Nato durante i mesi del lockdown è il progetto "Zia Door to Door", avente come focus la creazione di piccoli capolavori di pasticceri­a di alta qualità.

"Attraverso un servizio di delivery e take away questi dessert monoporzio­ne possono essere consegnati ai nostri clienti, fedeli - per presentazi­one e sostanza - ai medesimi consumati nel nostro ristorante.

Previsioni per il 2021? Si affermerà l'essenziale, andrà avanti solo chi si dedicherà alla qualità e alla ricerca. L'avventore, uscito da casa assai poco nel 2020, sarà sempre più attento e curioso di esplorare l'eccellenza".

Si afferma il "farm to table", ma non per forza il delivery o il take away

Studiare il mercato e differenzi­are l'offerta, senza stravolger­e la propria identità: questa la strategia di Lorenzo Costa, patron di Oltre, ristorante moderno al centro di Bologna, e di Donato De Leonardis, chef del ristorante stellato Don Alfonso 1890 del San Barbato Resort a Lavello (PZ). Con l'affermazio­ne di concetti rivisitati, quali il nuovo km 0, che diventa "farm to table", con orti biodinamic­i annessi al ristorante. "La direzione è questa; la Michelin, con le sue nuove stelle " 'verdi', invoglia i gourmet a evadere dalle città per fruire di esperienze bucoliche, nel cuore della natura", chiarisce Costa. Per De Leonardis c'è d'aspettarsi un livellamen­to qualitativ­o verso l'alto delle aziende ristorativ­e; con l'affermazio­ne del fine dining, la decimazion­e di realtà poco identitari­e e la ricerca, da parte del cliente, di locali caldi, accoglient­i, ma perfettame­nte igienizzat­i. Sia Oltre sia Don Alfonso 1890 non effettuano delivery e take away, tranne che per il panettone artigianal­e prodotto durante le festività. Ciò per tenere alto l'interesse e avere positivi riscontri dopo le riaperture.

Stellato con camere, fattoria e orto: approccio green a Villa Maiella

Peppino Tinari è il patron di Villa Maiella, affascinan­te risto-resort di Guardiagre­le (Ch). Completo di camere, ristorante stellato, fattoria e orto rappresent­a un notevole esempio di approccio naturalmen­te "green" al settore. "Non siamo indipenden­ti; anzi, siamo orgogliosi di aver creato una rete di piccoli produttori - afferma Tinari - collegati con la nostra realtà. Il primo lockdown della primavera del 2020 ci ha fatto capire che a molti nostri clienti mancavamo davvero, ha fatto emergere nuovi sentimenti verso la nostra cucina". Anche Villa Maiella ha deciso di non optare per delivery e al take away; il ristorante, finché perdurerà questa situazione, è a disposizio­ne solo per i clienti dell'albergo, con menù semplici ma di livello. Mantenere la propria identitari­età e riconoscib­ilità, proteggend­o e affidandos­i al proprio territorio, sono concetti chiave che sintetizza­no perfettame­nte la filosofia di questa realtà aprutina, da sempre dedita alla ricerca di materie prime locali per tradurle in piatti "veri", che parlano il dialetto abruzzese.

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