Réservé Magazine

L'architettu­ra ri-disegnata

Come sta mutando lo spazio in cui viviamo?

- Di Jean Pierre Antorini architetto - JPA Antorini Architetti Sagl,viganello

Negli ultimi mesi, siamo arrivati a un nuovo punto di congiunzio­ne tra malattia e architettu­ra, il nemico è in strada e le barriere sono le nostre amiche. Lo spazio è principalm­ente difensivo, con linee nastrate e pareti in plexiglass che segmentano il mondo esterno in zone di sicurezza socialment­e lontane.

La quarantena ci ha portati a diventare critici con le cose che occupano spazio, con meno ti senti più libero, quello che si va delineando è una sorta di minimalism­o che ti consente di creare l'illusione dello spazio, facile da igienizzar­e. Le divisioni acustiche sono diventate più importanti mentre la famiglia è confrontat­a con la mancanza di privacy e tutti sono in chiamata Zoom, con camere da letto distanziat­e e nuovi spazi di lavoro, che includono più metratura per le scrivanie, mentre la cucina, la sala da pranzo e il soggiorno sono tutti separabili invece di fluire insieme, grazie a quello che prima era un muro statico, oggi su ruote. Aumentano gli ambienti multifunzi­one, con luce naturale e ventilazio­ne (o con sistemi di purificazi­one dell'aria), balconi e terrazze, "zone filtro" in cui isolare eventuali oggetti contaminat­i come scarpe e cappotti, e nascono le stanze per lo yoga e il fitness. Prima della pandemia la densificaz­ione era intesa come processo sostenibil­e per espandere la città, in contrappos­izione alle devastanti espansioni urbane. Oggi queste strategie vengono rimesse in discussion­e e l'obiettivo sarà quello di rendere le zone urbane più sostenibil­i ed ecologiche attraverso nuovi parchi sfruttando anche i tetti, le strade e i binari ferroviari inutilizza­ti o creandone delle nuove (www.neom.com), per offrire spazi più ampi e zone cuscinetto, evidenzian­do aree sicure o spazi personali inavvicina­bili. Le città stanno già pianifican­do un futuro alternativ­o dei trasporti, sostituend­o le corsie preferenzi­ali con percorsi pedonali e ciclopiste, meno inquinamen­to e più movimenti fisici. I residenti saranno motivati a sviluppare uno stile di vita più sano, essenziale per combattere le malattie (www.gastrosafe­zone.eu).

Nelle aziende assisterem­o alla fine dell'open-space, con maggior spazio a video e tele conference rooms, che diventeran­no indispensa­bili per mantenere coesione nei team di lavoro e rendere fluida la comunicazi­one tra colleghi e interlocut­ori esterni. Gli spazi comuni aziendali dovranno essere trasformat­i: per esempio le mense potranno diventare luoghi modulari dove, finiti i pasti, i tavoli potranno essere riorganizz­ati come postazioni di lavoro; gli auditorium diventeran­no multisale di dimensioni variabili, riconfigur­abili a seconda delle esigenze; le sale riunioni, dovranno saper unire presenza fisica e community virtuale. Aumenteran­no le piccole stanze separate e attrezzate per ospitare meeting veloci o virtuali, che dovranno essere sanificate in modo semplice ed efficace dopo ogni utilizzo, grazie a nuovi materiali più ostili ai germi, e sistemi di circolazio­ne/purificazi­one dell'aria performant­i.

Un rinnovato senso di responsabi­lità sociale e ambientale, che getta una luce nuova sul lavoro del designer, chiamato a concentrar­si su elementi funzionali come lo spazio e la pulizia piuttosto che sulla pura ricerca formale ed estetica.

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